Nel pomeriggio di oggi, 4 settembre 2024, è iniziato l’esame del Decreto Omnibus (Dl n. 113 del 9 agosto 2024) in Parlamento. Il provvedimento, composto da 22 articoli e 2 allegati, era stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 agosto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 9 agosto. La conversione in legge è attesa entro il 9 ottobre, ed entro il 13 settembre potranno essere presentati gli emendamenti. Molte sono le proposte di modifica che potrebbero essere inserite. Vediamo di seguito i dettagli.
Decreto Omnibus: cosa contempla
Il Decreto Omnibus contempla importanti misure di carattere fiscale, tra cui l’aumento dell’importo dell’imposta sostitutiva dell’Irpef sui redditi prodotti all’estero da persone fisiche che decidono di portare la propria residenza in Italia, la proroga delle agevolazioni Iva previste per le associazioni sportive dilettantistiche, e, in materia di Zes, il testo prevede l’ulteriore autorizzazione di spesa di 1,6 miliardi di euro, per l’anno 2024, da aggiungere agli 1,8 miliardi di euro già stanziati, per il finanziamento del credito d’imposta previsto dall’articolo 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124 per le imprese e gli altri operatori economici che effettuino investimenti nella zona economica speciale (Zes) unica.
Sul fronte scolastico il Decreto estende anche per l’anno scolastico e per l’anno accademico 2024-2025 la tutela assicurativa degli studenti e del personale del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore.
Gli emendamenti in previsione
Sarebbero tante le problematiche della scuola su cui intervenire. Tra gli emendamenti che probabilmente verranno proposti al Decreto Omnibus, come ha lasciato intendere Marcello Pacifico (Anief), troviamo l’assunzione degli Idonei 2020 ma anche di quelli del concorso PNRR ancora in svolgimento in molte regioni e per molte classi di concorso. E ancora, sul fronte del personale ATA, si tenterà la strada della proroga dell’organico aggiuntivo, che si è rivelato fondamentale per il funzionamento delle scuole. Sul tavolo c’è poi la questione dei vincoli che bloccano per 3 anni la mobilità e il doppio canale di reclutamento come soluzione contro il dilagante precariato.