Modello DADA
Modello DADA

Didattica DADA, compie 10 anni questa nuova metodologia didattica basata su cinque elementi essenziali come il movimento, la fiducia, la persona educante, l’edificio apprenditivo e la comunità educante. La DADA, acronimo di Didattiche per Ambienti di Apprendimento è un modello educativo innovativo che sta affermandosi sempre di più nelle scuole italiane. Nato nel 2014 in due licei a Roma (i licei scientifici statali “John Fitzgerald Kennedy” e “Antonio Labriola” di Roma), questo approccio è caratterizzato soprattutto dal fatto che sono gli studenti a spostarsi tra le diverse aule specializzate, anziché restare, come da ‘tradizione’, in una sola aula tutto il giorno.

DADA, la didattica innovativa compie 10 anni

Il movimento, quindi, è uno degli elementi essenziali della DADA: il movimento, di fatto, aiuta a riattivare la concentrazione e le capacità cognitive degli studenti. Il docente, ovvero la persona educante, diventa il motore del cambiamento con la sua visione pedagogica, creando un ambiente di apprendimento coinvolgente e stimolante. Gli ambienti scolastici della didattica DADA sono personalizzati, al fine di valorizzare strumenti e risorse specifiche per ogni materia. Le aule sono tematiche e i corridoi diventano spazi espositivi per progetti interdisciplinari. Gli studenti sono responsabilizzati come cittadini attivi, sviluppando autonomia e senso di responsabilità.

Didattiche per Ambienti di Apprendimento e ruolo degli insegnanti. Uno studio sul modello DADA.

Con la DADA, si promuove lo scambio di buone pratiche e la collaborazione tra docenti e studenti, creando una comunità scolastica coesa e partecipativa. Secondo il dirigente Ottavio Fattorini, co-fondatore del modello DADA, il vero obiettivo delle scuole DADA è la “gioia apprenditiva”. Nel manifesto del modello, questa è definita come la “Gioia Interna Lorda” (GIL). Si raggiunge offrendo agli studenti fiducia e facendoli sentire protagonisti della propria formazione, garantendo loro un ambiente scolastico funzionale e stimolante. La “gioia apprenditiva” porta anche a un miglioramento dei risultati INVALSI, ma questo è da considerarsi solamente come un ‘effetto collaterale’. L’obiettivo principale è che gli studenti sviluppino una voglia di imparare e coltivino la loro curiosità.