Docenti precari su posti di sostegno, il Collettivo dei Docenti di Sostegno Specializzati ha inviato una formale diffida al Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), tramite un gruppo di avvocati e docenti universitari, chiedendo la tutela dei diritti dei docenti di sostegno precari, alla luce delle problematiche sollevate dal Decreto Legge 71/2024, successivamente convertito nella Legge 106/2024.
Docenti precari su sostegno, il Collettivo dei Docenti di Sostegno Specializzati invia diffida formale al MIM
Il suddetto Decreto, come spiega una nota informativa diffusa alla stampa dal Collettivo dei Docenti di Sostegno Specializzati, ha introdotto nuovi criteri per l’accesso ai percorsi di specializzazione per i docenti di sostegno, riducendo la formazione richiesta da 60 a 30 CFU rispetto ai parametri stabiliti dal DM 30 settembre 2011. Tuttavia, non sono stati definiti in modo chiaro né i criteri né le modalità applicative di questi percorsi. Un ulteriore elemento di criticità riguarda i docenti con titoli esteri non riconosciuti, che si vedono costretti a rinunciare a qualsiasi richiesta di omologazione pur di accedere ai nuovi corsi.
L’assenza di una normativa chiara e di un provvedimento che definisca il profilo professionale dei docenti specializzati ha creato incertezze sul piano lavorativo e ha generato un senso di disparità tra chi ha seguito un percorso di specializzazione strutturato e chi si avvia a percorsi abbreviati, ma senza le stesse garanzie formative.
I principali punti critici sollevati dal Collettivo dei Docenti di Sostegno Specializzati
Disparità di trattamento
I percorsi ridotti di 30 CFU, privi di selezioni rigide, obbligo di presenza o valutazioni approfondite, rischiano di compromettere la qualità complessiva della formazione, creando una sperequazione rispetto al percorso standard di 60 CFU.
Mancanza di trasparenza
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito non ha adottato, entro i tempi previsti, il provvedimento attuativo della legge, lasciando migliaia di docenti in una condizione di incertezza.
Pregiudizio delle aspettative legittime
I docenti che hanno investito tempo e risorse in percorsi formativi completi rischiano di veder compromessa la loro posizione lavorativa e professionale, con il rischio di un trattamento non equo.
Per risolvere tali problematiche, il Collettivo chiede al MIM di:
- Definire con chiarezza i criteri e le modalità per l’attuazione dei nuovi percorsi formativi, assicurando la trasparenza e la coerenza delle normative.
- Garantire una distinzione tra i percorsi di 60 CFU e quelli di 30 CFU, istituendo due graduatorie separate per tutelare la qualità dell’insegnamento e garantire una parità di trattamento tra i docenti.
- Avviare un tavolo tecnico per elaborare soluzioni condivise che rispettino i diritti di tutti i docenti di sostegno, valorizzandone la professionalità.
Qualora il Ministero non risponda o mantenga il silenzio, il Collettivo intraprenderà ulteriori azioni legali a tutela dei diritti di tutti i docenti di sostegno precari. “Non è accettabile che si metta in discussione la qualità della formazione e il lavoro dei docenti specializzati, che da anni contribuiscono all’inclusione scolastica con impegno e professionalità,” ha dichiarato il Collettivo. “Il Ministero ha l’obbligo di rispettare le normative in vigore e garantire equità e trasparenza in tutte le sue azioni.”