Sostegno e diritto all’istruzione per gli studenti con disabilità, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) ha emesso una sentenza di grande rilevanza in merito al diritto all’istruzione inclusiva (ricorso n. 59751/15). La Corte ha riconosciuto che una bambina autistica è stata discriminata, violando l’articolo 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, in quanto non ha ricevuto il supporto scolastico specializzato per due anni.
Sostegno e inclusione, la sentenza della Corte EDU
Nel caso specifico, la bambina, affetta da autismo, non ha ottenuto l’assistenza specialistica necessaria durante i primi due anni di scuola primaria, come previsto dalla legge italiana N. 104/1992. Nonostante le numerose richieste dei genitori, le autorità locali non hanno fornito il supporto, costringendo la famiglia a ricorrere a servizi privati. La Corte EDU ha ribadito che il diritto all’istruzione deve essere garantito a tutti, senza discriminazioni.
Come rileva l’avvocato Massimo Ferrante che ha pubblicato la notizia della sentenza, un principio cruciale stabilito dalla Corte EDU è rappresentato dal fatto che gli Stati devono garantire accomodamenti ragionevoli per correggere le disuguaglianze legate alla disabilità. Il mancato supporto ha impedito alla bambina di poter accedere all’istruzione in condizioni paritarie rispetto agli altri studenti.
Il Governo italiano ha giustificato la mancanza di assistenza con l’insufficienza di risorse finanziarie, ma la Corte EDU ha affermato che le motivazioni di bilancio non possono giustificare violazioni del diritto all’istruzione. Gli Stati devono bilanciare le esigenze educative dei disabili con le risorse disponibili. La sentenza, ha osservato l’avvocato Ferrante, rappresenta un punto di svolta per il diritto all’istruzione inclusiva: è stata sottolineata l’importanza di garantire un’istruzione primaria senza discriminazioni.