Una delle grandi novità che dovrebbe portare in dote l’anno scolastico 2025/26 è legata al mondo del sostegno. Secondo l’art. 8 del D.l. n. 71/2024, infatti, le famiglie potranno richiedere al Dirigente Scolastico la conferma del docente di sostegno a tempo determinato. Una previsione che ha generato e continua ad alimentare cori di giubilo da una parte e altrettante voci contrarie e sfavorevoli dall’altra. Ma in che cosa consiste questa misura? A che punto siamo?
Conferma del docente di sostegno
La nuova soluzione introdotta prevede la possibilità per le scuole di riconfermare un docente a tempo determinato anche per l’anno scolastico successivo. Partendo dal 2025/26, dunque, tutti i docenti di sostegno impegnati quest’anno possono essere potenzialmente interessati. O quasi. Infatti, come si evince dal testo normativo, la proposta di conferma può essere diretta solamente ai docenti in possesso del titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità. Per poter applicare tale previsione occorre, però, un decreto che contenga le istruzioni operative.
Continuità didattica e maggior sicurezza: questi i punti di forza
Chi è a favore di tale impostazione sottolinea la grande agevolazione ai fini della continuità educativa e didattica. Tra l’altro, questa è proprio la motivazione sottesa al provvedimento. Accade spessissimo che il docente di sostegno cambi di anno in anno. Per un alunno con disabilità continue modifiche possono essere deleterie per il raggiungimento dei propri obiettivi e per la soddisfazione dell’eventuale Progetto di vita. Dunque, questa misura garantisce allo studente una maggior serenità, anche perché la conferma deve partire su richiesta da parte della famiglia e seguita dalla valutazione del Dirigente Scolastico. Quest’ultimo darà l’ok dopo un’attenta analisi dell’interesse del discente. Inoltre, lo stesso insegnante potrebbe trarre dei benefici, in quanto avrebbe una maggior stabilità, sia dal punto di vista personale che didattico, avendo un orizzonte temporale più lungo per poter lavorare.
Modalità organizzative e dubbi sulla concreta applicazione: critiche e perplessità
Di contro, sono tanti i punti critici sollevati da più parti. In primis, la stessa normativa prevede dei requisiti stringenti per poter applicare la conferma. Oltre alla già citata necessaria specializzazione, che già esclude diversi interessati, prima dovranno essere espletate le operazioni relative al personale a tempo indeterminato (mobilità e immissioni in ruolo). Se il posto dovesse risultare ancora disponibile, si dovrà provvedere ad accertare il diritto alla nomina del docente interessato. Ciò significa che egli dovrà rientrare nel contingente dei posti a tempo determinato per cui si procede all’assegnazione.
Quindi, anche se la richiesta perviene dalle famiglie, non è per niente scontato che vi sia una conferma. Inoltre, ammettendo tali condizioni, ci sono diverse perplessità sul reclutamento. Confermando il docente di sostegno sul suo posto, potrebbe essere minato anche il diritto degli altri candidati che lo precedono in graduatoria.
Non solo, però. Ci sono altri due aspetti da non sottovalutare. Il docente di sostegno è un insegnante di tutta la classe, essendone contitolare. Inoltre, alcuni sindacati hanno sollevato il tema della valutazione del Dirigente Scolastico. Questa è nell’interesse del discente, ma ancora non si conoscono strumenti e dinamiche. Insomma, un bel rompicapo: il dibattito sul tema è più aperto che mai.