Ha destato molto scalpore negli ultimi giorni la vicenda di una studentessa non vedente in una scuola calabrese. Alla ragazza, maturanda, è stata assegnata una docente di sostegno che non ha, però, conoscenza del linguaggio Braille. Un docente di sostegno non è obbligato a possedere tali specifiche competenze, ma che cosa deve fare la scuola per assicurare il corretto diritto all’istruzione e all’integrazione dello studente?

Il Consiglio di Stato: la scuola può andare oltre le graduatorie 

Il Consiglio di Stato si è espresso in modo abbastanza chiaro. La sentenza n. 5851/2018 ha infatti stabilito alcuni punti focali. In primis, appurato che nessun docente è tenuto ad avere le specificità richieste, la scuola ha un ampio margine di autonomia per trovare delle soluzioni alternative. Infatti, può ricorrere anche a canali diversi dal mero attingimento dalle graduatorie. Ciò affinché la figura di sostegno sia effettivamente utile alle esigenze dello studente. Questo significa che potrà trovare delle risorse, anche esternamente, in grado di fornire il supporto necessario e richiesto dallo studente.

Corsi di formazione per acquisire competenze o canali alternativi di reclutamento

Il docente di sostegno deve possedere le conoscenze specifiche che consentano l’efficace ed ottimale espletamento della sua funzione. Dunque, se è vero che il docente non è tenuto a possedere le competenze tecniche e professionali richieste, è altrettanto vero che lo studente deve avere tutti gli strumenti per affrontare correttamente il percorso scolastico. Diversamente, sempre secondo la sentenza succitata, “la figura dell’insegnante di sostegno potrebbe ridursi a mera ed inutile presenza, in quanto non idonea a favorire l’integrazione“.

La scuola, dunque, in prima battuta è tenuta ad accertare le competenze possedute dalle proprie risorse interne. Le assegnazioni dei docenti ai singoli studenti devono prendere in considerazione sia le esigenze dell’alunno, sia le competenze dell’insegnante. In mancanza di specificità, è necessario ricorrere a canali esterni affinché sia sempre e comunque assicurato il diritto all’istruzione e all’integrazione dello studente. Non solo, una buona norma sarebbe prevedere o incentivare dei corsi di formazione o specialistici che consentano ai docenti di acquisire quelle specificità che possono essere richieste nel corso della carriera scolastica.