Insegnanti di sostegno
Insegnanti di sostegno

“Il Gruppo docenti di sostegno UNITI PER INDIRE vuol farsi sentire e conoscere. Noi siamo un gruppo di docenti che ha avuto la grande opportunità di varcare la soglia delle classi e sentire da subito amore per il proprio ruolo. Ogni giorno dedichiamo tempo e passione a chi richiede di essere capito. Siamo sempre stati presenti. Non ci siamo mai risparmiati. Abbiamo sorriso e pianto. Abbiamo sognato ed accompagnato con costanza e dolce fermezza ogni incertezza e reso più agevole il percorso di vita di chi con fiducia ci ha teso la sua manina…L’abbiamo tenuta stretta e quella manina è cresciuta e l’abbiamo lasciata più forte, più consapevole del proprio Esistere ed Essere. Non abbiamo semplicemente insegnato.” Inizia così il comunicato inviato alla nostra redazione.

Il comunicato del gruppo di docenti su sostegno ‘Uniti per Indire’

Il docente di Sostegno non è un insegnante che può “ridurre” il proprio ruolo al mero insegnamento nozionistico. No. Il nostro compito è emozionarci ed emozionare. Abbiamo capito, ed ormai questo scorre nel nostro sangue, che insegnare emozionando è il modo migliore per lasciare una traccia vera nelle esistenze dei nostri ragazzi. Arriviamo a ciò che vogliamo comunicare:

Chiediamo rispetto da parte di chi ci sta denigrando

Noi non denigriamo nessuno. Potremmo raccontare ognuna delle nostre storie. Potremmo spiegare perché non abbiamo mai avuto la fortuna di frequentare il TFA Sostegno e di certo non per mancanza di volontà o spirito di sacrificio. Non per mancanza della voglia di studiare. Ognuno di noi “non specializzati” potrebbe raccontare la sua storia che magari è molto triste…ma non lo facciamo perché abbiamo la nostra dignità ed i nostri problemi e dolori ce li portiamo dentro senza fare leva su di essi per farci capire.

Non vogliamo però essere denigrati. Anche noi abbiamo lavorato sudando il nostro pane con onore e rispetto servendo lo stato e tutta la comunità scolastica, assumendo le stesse mansioni e responsabilità nell’educare e formare le nuove generazioni. Potremmo ribattere a queste critiche con milioni di argomenti ma mi taccio perché io non voglio offendere nessuno. Potremmo raccontare storie e testimonianze di persone che conoscono noi e conoscono qualche specializzato, scegliendo noi e volendo noi. 

Non lo facciamo perché la qualità della persona, il valore umano non si misura nè dal titolo nè dall’abilitazione. Se ce lo consentite, la qualità di un insegnante si misura da quanto è disposto a dare, fare, capire, strutturare, destrutturare, inventare, reinventare OGNI GIORNO dal PRIMO GIORNO e non inizia né finisce con un TFA o un corso abilitante.

Noi non vogliamo protestare ma vogliamo ringraziare

Non non protestiamo così come non abbiamo protestato contro i processi di assunzione previsti a suo tempo dall’art. 59 comma del decreto legge N. 73 del 25 maggio 2021 e riconfermati negli anni successivi  fino ad arrivare al 1° maggio 2024 ed al decreto PNRR quater, convertito in legge e pubblicato come supplemento della Gazzetta Ufficiale del 30 aprile, ha prorogato le nomine finalizzate al ruolo dalla prima fascia GPS sostegno. I Governi che lo hanno deciso hanno sicuramente valutato con cura prima di farlo. Ne abbiamo sofferto certamente. Non abbiamo però protestato ma rispettato. Adesso vogliamo rispetto. Noi ringraziamo chi ce lo sta finalmente portando questo rispetto.

L’esperienza può essere abilitante

Il TFA da 60 CFU richiede studio teorico ma anche Tirocinio in classe. L’articolazione è:

  • insegnamenti teorici per complessivi 36 CFU;
  • laboratori per complessivi 9 CFU;
  • attività di tirocinio per complessivi 12 CFU;
  • prova finale per complessivi 3 CFU.

Considerando che chi, come molti di noi, ha ben più di tre anni di attività, si può pensare che attività come i laboratori (9 CFU), il tirocinio (12 CFU) e le prove finali (3 CFU) (innumerevoli e quotidiane per chi è davvero in classe), possano ritenersi più che affrontate e superate negli anni di lavoro. Possiamo anche far presente che, in molti casi, abbiamo anche conseguito queste materie:

  • Teoria e metodi di progettazione e valutazione didattica (9 CFU);
  • Psicologia dell’apprendimento (9 CFU);
  • Didattica speciale (9 CFU);
  • Metodi e strumenti dell’apprendimento cooperativo (9 CFU).

Riteniamo quindi che questo percorso in realtà non sia altro che un riconoscimento delle competenze ed abilità che abbiamo certamente acquisito negli anni di esperienza sul campo. In ambito lavorativo, le competenze professionali sono la somma delle qualità individuali, delle conoscenze e delle esperienze lavorative che consentono ad una persona di svolgere un determinato compito. Noi le abbiamo!

Riteniamo che il Governo abbia saggiamente deciso di prendere atto di questa nostra professionalità con il DL 71 del 31 maggio 2024, approvato con la Legge 106 del 29 luglio 2024. Finalmente un Ministero dell’Istruzione e del MERITO che a noi dà MERITO come dice il suo stesso nome (permetteteci di fare questa sorta di parallelismo). 

Titoli esteri

A proposito dei titoli esteri riteniamo più che sufficiente riportare una dichiarazione del Ministro dell’Istruzione in un video pubblicato sul proprio canale YouTube. Valditara ha detto che la “direttiva dell’Unione Europea 55 del 2013 prevede, all’articolo 13, comma 1, che uno Stato membro dell’Unione ha il dovere di assumere, alle stesse condizioni, i cittadini di altri Paesi. Deve semplicemente verificare il possesso dell’attestato di competenza o del titolo di formazione richiesto dall’altro Stato”.

La normativa europea (Direttiva 2005/36/CE) e le sentenze italiane confermano l’obbligo di riconoscere questi titoli se equivalenti, prevedendo misure compensative per eventuali discrepanze. Chi ha il titolo estero lo ha ottenuto anche sostenendo spese altissime oltre allo studio. A questi soldi e sacrifici se ne aggiungono altri per il riconoscimento che è stato un ennesimo calvario mai arrivato alla fine. L’accesso ai corsi INDIRE prevede la rinuncia al contenzioso. Una di queste docenti provvista del titolo estero scrive: siamo pronti a tutto anche a perdere quei soldi e a sborsarne altri per Indire, che dobbiamo fare di più?? Inoltre molti di noi hanno anche più di 3 anni di esperienza e concorso superato.”

Chi è di ruolo sul sostegno può accedere al percorso abilitante su materia da 30 CFU ed online

Noi non lo faremmo, ma in quanti lo hanno fatto? Moltissimi. Un esercito. In questo caso gli abilitati su sostegno non hanno protestato anzi hanno occupato in massa questi corsi e si sono abilitati su materia. Perché? Non vogliamo rispondere ma vogliamo lanciare uno spunto di riflessione o una provocazione. Ciò dipende da chi vuole coglierla nell’uno o nell’altro modo…

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Cosa riteniamo sia necessario?

É necessario che gli insegnanti continuino nel loro lavoro importante e delicato con alunni affetti da particolari problematiche e disabilità. É necessario che i docenti in servizio, sia quelli con i titoli esteri, sia chi ha esperienza pluriennale, abbiano garantita la continuità didattica. La mancata valorizzazione di chi ha titoli esteri o esperienza pluriennale o in qualche caso entrambi i requisiti, porterà ad una compromissione della qualità dell’inclusione scolastica a discapito degli alunni. Saranno infatti loro ad essere maggiormente penalizzati! I nostri ragazzi che ci apprezzano e stimano e che in noi non vedono un titolo ma una persona che li ama e li accoglie. 

Cosa chiediamo?

  1. Chiediamo che qualsiasi tentativo di fermare il corso di una legge approvata sia IGNORATO e che finalmente NOI DOCENTI DI SOSTEGNO possiamo ottenere il riconoscimento di un titolo estero che non è stato  acquistato ma acquisito.
  2. Chiediamo che l’esperienza non sia denigrata ma riconosciuta come un alto valore conquistato lavorando e studiando ogni giorno in classe ed a casa, pensando a mille strategie inclusive che ci hanno permesso di tessere quella meravigliosa tela sulla quale abbiamo dipinto a quattro mani ogni singola storia dei nostri alunni. Siamo molti, moltissimi ed alcuni di noi non hanno solo il titolo estero ma anche l’esperienza: questo doppio requisito dovrebbe essere riconosciuto anche con un canale d’accesso dedicato e non gettato a calci in un deserto d’oblio.
  3. Chiediamo una moratoria dei rigetti e la sospensione dei licenziamenti. Il Ministero dovrebbe garantire una sospensione dei licenziamenti fino alla piena attuazione dei percorsi INDIRE, per evitare ulteriori disagi agli studenti e ai docenti. 
  4. Inoltre sarebbe auspicabile che il percorso Indire sia reso accessibile a tutti coloro che hanno conseguito il TFA all’estero, senza limitare l’accesso esclusivamente a chi, al 1° giugno 2024, ha già superato i 120 giorni entro i quali il Ministero avrebbe dovuto pronunciarsi sull’istanza di riconoscimento, o a chi ha un percorso pendente a causa di silenzio inadempimento.
  5. Chiediamo che i percorsi voluti da questo Governo VADANO AVANTI
  6. Chiediamo che i percorsi voluti da questo Governo PARTANO.

Daniela Nicolò, Salvatore Lo Cicero ed il Gruppo docenti di sostegno UNITI PER INDIRE