Si attende la firma definitiva del CCNL scuola 2019-21, che dovrebbe arrivare entro fine gennaio. Tra le novità incluse nell’ipotesi di contratto troviamo la previsione dei 3 giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari di cui potranno usufruire anche i docenti precari. Finchè non arriva la firma definitiva questo diritto non sarà però ancora ‘attivo’. Riportiamo di seguito i dettagli.
Permessi retribuiti, esclusi i supplenti brevi
La previsione dei 3 giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari durante l’anno scolastico viene considerata una conquista, estendendo la fruizione di questo diritto anche ai docenti con contratto a tempo determinato che ne facciano domanda. Beneficiari saranno dunque i supplenti con nomina al 31 agosto e al 30 giugno (compresi gli insegnanti di religione cattolica assunti con contratto annuale). Nell’ipotesi di contratto si legge inoltre che i giorni di permesso in esame devono essere documentati anche mediante autocertificazione. Come si legge dal testo del CCNL non sono richiesti particolari motivi, per cui trattasi di situazioni che hanno ricadute sul benessere (fisico-psichico-sociale) del dipendente e della sua famiglia e di cui non è possibile occuparsi al di fuori dell’orario di lavoro.
Come si deduce restano esclusi i supplenti brevi, i quali potranno godere solo di permessi non retribuiti, sino a un massimo di 6 giorni ad anno scolastico, per i motivi di cui all’art. 15/2 del CCNL 29/11/2007, ossia per motivi personali o familiari, documentati anche mediante autocertificazione. In pratica i motivi per cui possono essere richiesti sono gli stessi, con la differenza che per tale personale (supplente breve) i permessi non sono retribuiti e ammontano al massimo a 6 giorni.