docente di sostegno
Docente di sostegno e alunno

La questione relativa alla riforma dei corsi di specializzazione per il sostegno, che coinvolge sia i docenti che hanno conseguito il titolo di specializzazione sia quelli che operano da anni come precari, sta sollevando un acceso dibattito all’interno del mondo della scuola. La riforma, che prevede l’attivazione di nuovi percorsi di formazione gestiti dall’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), ha suscitato forti reazioni tra i docenti specializzati, che vedono messa in discussione la loro posizione occupazionale, soprattutto in un contesto in cui molti di loro sono ancora senza incarichi stabili.

Creazione dei nuovi corsi di specializzazione su sostegno Indire

La Legge 106/2024, in particolare l’articolo 6, ha introdotto una serie di misure rivolte ai docenti di sostegno. Il piano prevede l’attivazione di percorsi di specializzazione, organizzati dall’INDIRE, destinati a circa 30-40 mila docenti entro il 2025. Questo piano ha come obiettivo quello di formare nuovi insegnanti di sostegno, rispondendo così al fabbisogno di personale nelle scuole italiane, soprattutto nelle province del Nord Italia, dove la carenza di specialisti è più acuta.

Il Ministro Giuseppe Valditara ha sottolineato l’importanza di queste misure, volte a garantire una maggiore preparazione degli insegnanti in un ambito fondamentale come quello del sostegno. Tuttavia, la grande novità introdotta dal piano riguarda non solo la formazione dei nuovi docenti, ma anche l’adeguamento della preparazione di quelli già in servizio, che potrebbero dover affrontare nuovi percorsi formativi. I nuovi corsi sono destinati a due categorie principali di docenti:

  1. Docenti con almeno tre anni di servizio su posti di sostegno: Questa misura riguarda gli insegnanti che, pur avendo esperienza sul campo, non possiedono ancora un titolo di specializzazione ufficiale. L’iscrizione a questi corsi è vincolata al possesso di un certo numero di anni di servizio prestato, anche non consecutivi, nelle scuole statali o paritarie.
  2. Docenti con titolo di specializzazione conseguito all’estero: Per i docenti che hanno ottenuto un titolo di sostegno all’estero, ma che non hanno ancora ottenuto l’equiparazione in Italia, è prevista una procedura straordinaria per l’accesso ai corsi. Questa misura mira a regolarizzare la posizione di quei docenti che, pur avendo una formazione adeguata, non hanno ancora ottenuto il riconoscimento del titolo in Italia.

Le preoccupazioni dei docenti specializzati

Il Coordinatore Nazionale del Comitato Docenti di Sostegno (CDS), Alessio Golia, ha denunciato l’assenza di una programmazione territoriale adeguata. Secondo Golia, il numero di nuovi docenti specializzati in arrivo potrebbe portare a un eccesso di personale in alcune regioni, senza che esista una reale domanda di docenti di sostegno. La mancanza di una programmazione attenta al fabbisogno di ogni singola provincia rischia di aggravare ulteriormente una situazione già difficile per i docenti precari. Un aspetto centrale della protesta che si sta svolgendo in diverse regioni italiane riguarda proprio i docenti che hanno già completato il percorso di specializzazione.

Nonostante anni di servizio e di preparazione, molti di questi docenti si trovano oggi senza un incarico stabile, e temono che con l’introduzione dei nuovi corsi, i loro posti possano essere occupati da altri insegnanti appena specializzati. La situazione appare particolarmente critica al Sud Italia, dove migliaia di docenti di sostegno sono inoccupati, nonostante la loro specializzazione.