doppio canale reclutamento
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Doppio canale di reclutamento, di fronte a un sistema troppo ingarbugliato in cui la lentezza nello svolgimento (e i paradossi ad essi legati), si continua ad invocare il doppio canale di reclutamento come soluzioni ai problemi relativi alla stabilizzazione dei docenti precari, soprattutto i precari cosiddetti ‘storici’.

Stabilizzazione docenti, Anief: ‘Ripristinare il doppio canale di reclutamento’

Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ha sottolineato come la Commissione dell’Unione Europea debba denunciare l’Italia per violazione sistematica del diritto europeo, per far ripristinare il doppio canale di reclutamento come misura di prevenzione per sopperire alla carenza di insegnanti’. Pacifico, inoltre, ritiene necessario stanziare le risorse per prevedere una specifica indennità per l’abuso dei contratti a termine e la parità di trattamento giuridico ed economico tra il personale precario e quello di ruolo. Inoltre, occorre adeguare l’organico di fatto assegnato agli incarichi di supplenza all’organico di diritto assegnato ai ruoli.

Anief ha sottolineato come l’età di accesso ai ruoli sia di 45 anni, con il sessanta per cento degli insegnanti italiani che sono over 50. ‘Tutti i precari non hanno diritto a una progressione di carriera – ha dichiarato Pacifico – pertanto, hanno sempre lo stesso stipendio anche dopo tanti anni di insegnamento come supplenti, fino al 2024 non avevano riconosciuto per intero il servizio pre-ruolo nella ricostruzione di carriera’.

I numeri del precariato

Anief ricorda che, dal 2014 al 2024, più del 50% delle immissioni in ruolo autorizzate dal Governo, attraverso lo scorrimento di graduatorie di ben 10 procedure concorsuali ordinarie, riservate, straordinarie non sono state attribuite per carenza di insegnanti. A tutto ciò si contrappone un aumento del 200% di contratti a tempo determinato. 

In Italia, oggi, ci sono un milione di insegnanti su posti comune e di sostegno, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria. Tra questi, ben 250 mila sono supplenti. La metà delle supplenze riguarda posti di sostegno, in costante aumento (erano 18 mila nel 2008, siamo arrivati a 118 mila nel 2023), attivati in deroga, per rispondere all’aumento delle iscrizioni di alunni con disabilità, annualmente confermati alle scuole. A questi insegnanti si aggiungono quelli che hanno una supplenza breve e saltuaria per ragione sostitutive durante l’anno scolastico.