Doppio canale di reclutamento, il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, è tornato a parlare del problema del precariato scolastico. Lo ha fatto attraverso un’intervista pubblicata dal ‘Messaggero Veneto’.

Pittoni è convinto che il doppio canale di reclutamento possa superare il problema del precariato

‘Negli ultimi anni – ha affermato il già presidente della Commissione Cultura in Senato – anziché agevolare le assunzioni a tempo indeterminato, si è preferito disperdere energie nella ricerca di supplenti, mettendo pesantemente a rischio la qualità del servizio offerto ai nostri ragazzi. È vero – ha spiegato Pittoni nell’intervista rilasciata al ‘Messaggero Veneto’ e pubblicata lo scorso 5 marzo – che, con la crisi demografica, a livello nazionale, potremmo avere un milione di studenti in meno. Ma oggi la situazione è opposta: a mancare sono i docenti. E agendo sul turnover pure un eventuale surplus di insegnanti è assorbibile al ritmo di 25/30mila unità l’anno. Non sarebbe quindi un problema’. 

‘Per superare il precariato cronico dei docenti e agevolare le assunzioni invertendo la deriva delle supplenze – ha proseguito Pittoni – si sta lavorando a un progetto ispirato al mio ddl S. 1920/20 che rilancia il cosiddetto “doppio canale” di reclutamento. Secondo un principio più volte ribadito dalla Suprema Corte, si può cioè affiancare (nel limite del 50 per cento) alla classica procedura per titoli ed esami una più snella – attivata in tale settore per la prima volta nel 1989 dall’allora ministro dell’Istruzione Sergio Mattarella – che selezioni in base alla professionalità acquisita’. 

‘Dovrà ovviamente riguardare tutti i livelli – infanzia, primaria, secondaria – tenendo conto in primo luogo del merito degli idonei e poi dell’esperienza di chi è parcheggiato nelle varie liste d’attesa, così da evitare scontri fra categorie che potrebbero far arenare l’intera operazione. A occuparsene sarà per forza di cose il ministero, dovendo gestire direttamente – conclude Pittoni – il passaggio più delicato: l’interlocuzione con Bruxelles’.