A breve ripartirà l’anno scolastico e, puntualmente, si riaccende il dibattito su una questione mai del tutto risolta: l’insegnamento di Educazione Civica. Ad oggi, nelle scuole secondarie di II grado, la disciplina è trattata trasversalmente da tutti i docenti che compongono il consiglio di classe. Molti docenti di diritto, appartenenti alla classe di concorso A046 (Scienze giuridico-economiche), richiedono a gran voce di avere il riconoscimento della titolarità dell’insegnamento.

La situazione di Educazione Civica nelle scuole secondarie di II grado

Come anticipato, Educazione Civica attualmente è di competenza di tutti i docenti indistintamente. Ognuno può fornire il suo contributo ai fini del raggiungimento del monte orario annuale richiesto, seguendo le linee guida della disciplina. Linee guida che sono state tra l’altro recentemente ritoccate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, prevedendo alcune aggiunte rispetto a quelle precedenti.

Detto ciò, da anni si assiste alla richiesta di un nutrito gruppo di docenti di diritto di veder riconosciuto il ruolo di titolari della disciplina. Ciò, in particolare, anche per ovviare alla cronica saturazione della classe di concorso, soprattutto in alcune regioni del Paese. I numeri delle cattedre precludono, infatti, diverse possibilità. Con questa configurazione, l’Educazione Civica diventerebbe una materia affidata in via esclusiva al docente di diritto della classe, che avrebbe inoltre modo di inserirsi in alcuni istituti nei quali, di regola, non è previsto l’insegnamento delle materie giuridiche (pensiamo, ad esempio, al liceo classico o al liceo scientifico).

Un articolo pubblicato oggi 20 agosto su ItaliaOggi riporta le parole di Romano Pesavento, presidente del CNDDU (Coordinamento Nazionale Docenti per i Diritti Umani): «Chiediamo che la disciplina (Educazione civica, ndr) sia assegnata in via esclusiva ai docenti della classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche, visto il fallimento della sperimentazione che ha previsto fino ad oggi l’assegnazione condivisa tra tutti i docenti».