Educazione a scuola, i genitori devono restarne fuori per proteggere l’autorevolezza degli insegnanti? Il dibattito sull’opportunità di tenere i genitori fuori dalla scuola è un tema che, in questi giorni di avvio di un nuovo anno scolastico, si è fatto particolarmente caldo e complesso, un dibattito che coinvolge diverse prospettive e opinioni.
Rapporto docenti-genitori, bisogna cambiare?
Da un lato, alcuni esperti e pedagogisti sostengono che la presenza eccessiva dei genitori nelle dinamiche scolastiche possa interferire negativamente con l’autonomia degli insegnanti e la crescita degli studenti. Vincenzo Schettini, influencer e volto de La Fisica che ci piace, afferma, a questo proposito, che è giusto lasciare i genitori fuori dalla scuola per permettere agli insegnanti di essere visti come figure autorevoli e capaci di stabilire regole. L’ingerenza dei genitori, in buona sostanza, può portare a una percezione distorta del ruolo educativo degli insegnanti, trasformandoli in semplici esecutori delle volontà familiari.
Dall’altro lato, però, ci sono pareri, come quello di Marco Rossi Doria, che sottolineano l’importanza di un dialogo aperto e costruttivo tra scuola e famiglia. Rossi Doria sostiene che i genitori rappresentano una risorsa preziosa e che il conflitto tra scuola e famiglia riguarda solo una minoranza degli istituti. La chiave, secondo l’ex sottosegretario all’Istruzione, è quella di rinnovare il cosiddetto “patto implicito” che storicamente legava scuola e famiglia, basato sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione per il benessere degli studenti.
Educazione a scuola, i genitori devono starsene fuori? La replica dell’AGe
Claudia Di Pasquale, presidente nazionale dell’Associazione genitori AGe, critica i giudizi frettolosi sui genitori, affermando che si è arrivati ad una generalizzazione di giudizio sui cosiddetti ‘genitori sindacalisti’, che hanno invaso le scuole, soffocando l’autonomia dei figli e mettendo a dura prova la serenità di insegnanti e dirigenti scolastici: ‘Chi vuole arrogarsi il diritto di giudicare deve farlo in modo corretto – ha affermato la Presidente AGe – È noto come faccia più rumore un albero che cade che non l’erba che cresce. Chiediamoci piuttosto: quante scuole fanno formazione per i genitori? Quante accolgono le loro associazioni e diffondono le loro iniziative? Qualcuno si è mai occupato dei rappresentanti dei genitori negli organi collegiali? Eppure si tratta di persone in grado di influenzare positivamente gli altri genitori e fra l’altro le attività citate avrebbero un peso nel rapporto di autovalutazione (RAV). È facile tirare la croce addosso ai genitori, ma si tratta in genere di giudizi poco accurati, frettolosi. Qualcuno si è mai chiesto quale sia la percentuale di genitori che ‘fanno notizia’?’.
In sintesi, il dibattito si articola tra la necessità di preservare l’autonomia educativa degli insegnanti e l’importanza di coinvolgere i genitori in modo costruttivo. Trovare un equilibrio tra queste due esigenze è fondamentale per creare un ambiente scolastico sano e produttivo, dove gli studenti possano crescere e imparare in modo armonioso.