Precariato scuola, secondo l’ultimo studio Aran, il numero di precari nella pubblica amministrazione italiana ha raggiunto cifre spropositate: 294.385 lavoratori tra docenti e personale ATA. Questa situazione ha portato al deferimento dell’Italia da parte della Commissione europea per l’abuso dei contratti a termine e la mancanza di misure preventive e di equità.
Personale docente e ATA precario: i numeri impressionanti dell’ultimo rapporto dell’Aran
Il rapporto Aran del 2022 rivela che su 301.026 contrattualizzati nella pubblica amministrazione, la maggioranza appartiene al settore dell’istruzione e della ricerca con 285.993 lavoratori. Di questi, 294.385 sono docenti e ATA, rispetto a soli 4.749 precari nelle funzioni centrali, 9.415 nelle funzioni locali e 869 nella sanità.
Erano 2.344 erano i supplenti tra i docenti, uno su tre, più della metà su posti di sostegno (117.420), a fronte di 88.867 insegnanti assunti in organico di diritto, ovvero sul 57% dei posti dell’organico assegnati in deroga per questioni di finanza pubblica. Invece, i lavoratori ATA con contratti a giugno e al 31 agosto erano 52.041.
Complessivamente, il personale precario utilizzato per il funzionamento delle scuole rappresenta il 24% del totale: un personale privato di una progressione di carriera, della monetizzazione delle ferie non godute e, soprattutto, del loro diritto alla stabilizzazione. Solo recentemente è stato riconosciuto il risarcimento per l’abuso dei contratti oltre i 36 mesi di servizio, fino a 24 mensilità, se riconosciuto da un giudice (DL 131/24). Tra l’altro, occorre considerare anche i supplenti brevi e saltuari, non conteggiati nel rapporto: questi sono stati esclusi anche dal salario accessorio (RPD e CIA, ovvero la retribuzione professionale docenti e il contributo individuale accessorio per gli ATA).