Gli aspiranti stanno proseguendo con la compilazione e l’inoltro della domanda rivolta all’aggiornamento delle graduatorie ATA di terza fascia. L’ultimo giorno entro cui inviare l’istanza è il 28 giugno 2024. Ancora quindi 15 giorni di tempo per perfezionare la domanda, ultimarla ed eventualmente anche annullarla e inoltrarla nuovamente. Un interrogativo però sorge spontaneo: le graduatorie riusciranno ad essere pronte entro il 1° settembre 2024?
La querelle sul parere CSPI
Ricordiamo il dibattito che era sorto a seguito di un suggerimento avanzato dal CSPI in sede di espressione del parere sul decreto di aggiornamento delle graduatorie ATA di terza fascia. L’organo proponeva di posticipare la pubblicazione delle nuove graduatorie al 2025 se non fossero state pronte entro il 31 agosto 2024. Immediata era stata la reazione degli aspiranti, che temevano che fosse un modo per tornare indietro di qualche mese, quando un emendamento al Decreto Milleproroghe avanzava l’ipotesi addirittura dello slittamento di un anno delle domande di inserimento e aggiornamento delle graduatorie ATA di terza fascia.
Nelle settimane successive sono così seguite rassicurazioni da parte di alcuni esponenti politici (ricordiamo l’On. Mario Pittoni (Lega) e conferme, anche da fonti ministeriali, che l’aggiornamento e la pubblicazione delle nuove graduatorie non sarebbero stati posticipati al 2025, seppur con difficoltà (come aveva dichiarato lo stesso Ministro Valditara).
ATA terza fascia: ci saranno ritardi nella pubblicazione delle graduatorie?
Gli stessi sindacati non sanno fornire tempistiche certe di pubblicazione delle graduatorie ATA terza fascia entro il 31 agosto 2024. E nemmeno il Ministero si è pronunciato in merito. Le segreterie scolastiche hanno infatti a disposizione di fatto 2 mesi (neanche pieni se consideriamo le ferie estive di agosto) per poter controllare le domande ricevute e procedere alla pubblicazione delle graduatorie (dapprima provvisorie e poi definitive). Si tratta quindi di una corsa contro il tempo che potrebbe anche portare a ritardi, ma di certo non esiste più nessun pericolo che si vada al 2025.