I docenti di sostegno specializzati, in relazione alla particolare situazione che sta vivendo il settore, tra nuovi percorsi ‘semplificati’ che stanno per partire e i tagli previsti dalla Legge di Bilancio 2025, esprimono la loro preoccupazione per il loro impegno e il loro lavoro quotidiano, finalizzato a garantire un’inclusione vera degli alunni. Ci si chiede, però, come si possa centrare questo obiettivo quando vengono a mancare gli strumenti necessari.
CDSS: “Inclusione a rischio: uniamo le forze per difendere la scuola pubblica e i diritti degli alunni”
Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati rappresenta migliaia di docenti di sostegno impegnati quotidianamente a garantire che ogni alunno, indipendentemente dalle sue peculiarità, possa sentirsi incluso e valorizzato. I docenti lavorano per abbattere le barriere e dare dignità a chi spesso viene trascurato ma, per realizzare un’inclusione vera, è essenziale disporre di un organico adeguato e sufficiente.
I tagli previsti nella Legge di Bilancio minacciano la qualità della scuola
Le recenti decisioni del Governo in merito alla Legge di Bilancio mettono tutto questo a rischio. I tagli previsti di 5.660 insegnanti e 2.174 unità di personale ATA minacciano seriamente la qualità della scuola italiana, specialmente in un settore delicato come il nostro. La riduzione del personale comporta classi più affollate, meno attenzione individuale e meno risorse per garantire a ogni alunno il supporto necessario. Già si lavora in condizioni spesso difficili, con organici insufficienti che limitano l’impegno dei docenti e la capacità di offrire un sostegno continuativo e personalizzato. Se questi tagli verranno confermati, saranno proprio gli alunni più fragili a pagare il prezzo più alto. Ci si domanda: “Come possiamo parlare di inclusione se non ci vengono dati gli strumenti per realizzarla?”
Disparità di trattamento tra docenti di sostegno, gli altri insegnanti e il personale ATA
Inoltre, esistono disparità di trattamento tra i docenti di sostegno, gli altri insegnanti e il personale ATA, spesso esclusi da aumenti economici e provvedimenti equi. Non è solo una questione salariale, ma di riconoscimento del lavoro essenziale svolto quotidianamente. Per queste ragioni, il 31 ottobre è stato indetto uno sciopero generale, organizzato da CGIL e USB, per protestare contro questi tagli e la mancanza di investimenti adeguati. La partecipazione alle manifestazioni scolastiche in Italia è spesso bassa per vari motivi, ma è essenziale superare queste barriere. Ogni piccolo contributo può fare la differenza nel creare consapevolezza e generare pressioni per cambiamenti concreti.
Andare oltre i simboli e i nomi a difesa dell’inclusione
I sindacati devono rappresentare i lavoratori e recuperare la fiducia dei loro iscritti, specialmente nel settore scolastico. È tempo di mettere da parte le rivalità e unirsi in una forza collettiva, al fianco dei lavoratori, per difendere l’inclusione e i diritti di chi lavora per un’istruzione migliore. Le manifestazioni unitarie, coinvolgendo docenti, sindacati, genitori, comitati e accademici, rimangono l’arma più potente per difendere l’istruzione pubblica di qualità. Come diceva Andrea Canevaro, dobbiamo “andare oltre”: oltre i simboli e i nomi, riconoscendo le persone per le loro reali necessità. Solo uniti possiamo ottenere un vero cambiamento e difendere l’inclusione.