Tra gli aspetti meno digeriti nella legge di bilancio di recente approvazione troviamo i tagli al personale scolastico, con riguardo sia ai docenti che ai lavoratori ATA. Una decisione, questa, che non sembra andare incontro alle esigenze di una scuola già bistrattata negli ultimi anni e già ‘ridotta all’osso’ in termini di personale. Il maggiore fabbisogno lo si registra da tempo soprattutto per gli insegnanti di sostegno e per i collaboratori scolastici e gli assistenti amministrativi. Anzichè però cercare di rinforzare questo personale la decisione del Governo sembra andare in senso opposto. Quali ripercussioni ci saranno quindi sul comparto scolastico? Di seguito i dettagli.
Tagli al personale ATA: cosa succederà ?
La Manovra Finanziaria 2025 prevede tagli al personale ATA pari a 2.174 unità . Se però questa riduzione, in un primo momento, doveva essere prevista già nel 2025, la legge di bilancio ha invece spostato al 2026 l’attuazione delle riduzioni. La scelta potrebbe essere stata dettata dal già intenso sdegno manifestato a seguito del mancato ripristino dell’organico aggiuntivo ATA per l’a.s 2024/25. In ogni caso i tagli saranno definiti attraverso una revisione dei criteri e dei parametri per l’organico ATA, stabiliti mediante decreto ministeriale.
Questa politica delle riduzioni avrà un evidente impatto negativo sia in termine di mole di lavoro, portando le mansioni del personale ATA a carichi ben più pesanti di quanto già si ritrovino ad affrontare, sia in termini gestionali. La diminuzione delle risorse amministrative potrebbe infatti anche causare un rallentamento dei processi fondamentali per il funzionamento delle scuole.
Riduzione dei docenti: le conseguenze
Nessun rinvio invece sul fronte dei docenti. Già a partire dall’a.s 2025/26, è prevista una diminuzione complessiva di 5.660 posti nell’organico degli insegnanti. Questa misura sarà regolata attraverso decreti congiunti del Ministero dell’Istruzione e del Merito e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e andrà ad impattare principalmente l’organico dell’autonomia. Le aree più colpite potrebbero essere quelle dei docenti di ruolo (incidendo sulle nuove assunzioni) e degli insegnanti di sostegno, sebbene in quest’ultimo caso si sia previsto un incremento di 256 cattedre (arrivando a 1.866 unità di personale in più) e l’avvio di un piano di stabilizzazione dall’a.s 2025/26.
I tagli sui docenti avranno inevitabili riflessi negativi sul numero di alunni per classe. Si assisterà a classi più numerose avendo meno insegnanti a disposizione e quindi gli alunni saranno più difficili da gestire. Inoltre si potrebbe assistere ad un calo della qualità formativa, poichè la minore disponibilità di risorse potrebbe limitare la possibilità di personalizzare l’insegnamento.