L’Unione Europea può intervenire sulla situazione degli idonei del concorso 2023? Riceviamo e pubblichiamo la lettera ricevuta da un lettore: Sono un giovane insegnante precario che ha superato le prove del concorso ordinario 2023. A dicembre scorso ho inviato una email alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e alla vicepresidente Minzatu per manifestare la preoccupazione di migliaia di colleghi precari che, nonostante abbiano dimostrato, spesso in modo brillante, le loro conoscenze e competenze e siano stati valutati da commissioni statali, non sono stati inclusi in una graduatoria di merito. Mi permetto di inoltrarvi la risposta pervenutami nella giornata di ieri e vi ringrazio per l’attenzione che riservate ogni giorno ai docenti idonei.

Idonei concorso 2023: la risposta ricevuta

Subject: Sue e-mails dell’11 dicembre 2024 relative alla situazione dei docenti a tempo determinato in Italia

Gentile Signore, Mi riferisco alle Sue e-mail dell’11 dicembre 2024 indirizzate alla Presidente von der Leyen e alla Vicepresidente Esecutiva Mînzatu, a nome delle quali mi è stato chiesto di risponderLe. Nelle Sue e-mail, Lei fa riferimento alla situazione degli insegnanti assunti con contratti di lavoro a tempo determinato in Italia ed esprime preoccupazione per l’attuale sistema di assunzione degli insegnanti di ruolo. In particolare, Lei contesta il fatto che l’attuale sistema non preveda la stabilizzazione dei docenti a tempo determinato sulla base della loro partecipazione ai concorsi precedenti o sulla base del graduale avanzamento mediante le graduatorie di merito e sostiene che il sistema dovrebbe consentire una maggiore flessibilità per stabilizzare gli insegnanti a tempo determinato e riconoscere le loro qualifiche.

Cosa prevede l’UE

Il diritto dell’Unione europea (in particolare l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla direttiva 1999/70/CE) impone agli Stati membri di introdurre misure efficaci per prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato. A tale proposito, desidero informarLa che la Commissione europea ha già ricevuto un numero considerevole di denunce relative al possibile abuso di una successione di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico in Italia, compreso nel settore scolastico, che potrebbe costituire una violazione di tale obbligo. In risposta alla mancata osservanza da parte dell’Italia della clausola 5 dell’accordo quadro, la Commissione ha avviato una procedura di infrazione (INFR(2014)4231).

L’Unione Europea non può intervenire direttamente

Sono spiacente di doverLa informare che la Commissione europea non ha alcuna competenza per imporre all’Italia di assumere a tempo indeterminato insegnanti a tempo determinato, né per applicare una determinata procedura o determinati criteri per l’assunzione degli insegnanti. Sebbene l’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato imponga agli Stati membri di stabilire almeno una misura efficace per prevenire gli abusi, esso non specifica un tipo particolare di misura, ma lascia agli Stati membri un margine di discrezionalità per quanto riguarda le modalità per conformarsi a tale obbligo.

Di conseguenza, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha statuito che l’Accordo Quadro non prevede l’obbligo per gli Stati membri di disporre la conversione dei contratti di lavoro a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Spetta agli Stati membri determinare a quali condizioni i contratti o i rapporti di lavoro a tempo determinato debbano essere considerati contratti o rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Inoltre, nel settore dell’istruzione, l’Unione europea può solo sostenere, coordinare o completare le azioni degli Stati membri, senza sostituire le loro competenze in questo settore. L’Unione europea deve rispettare pienamente la responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda l’organizzazione dei sistemi di istruzione.
Distinti saluti.”