Si sta aspettando il decreto di autorizzazione del contingente ai fini delle immissioni in ruolo per l’a.s 2024/25. Il provvedimento sappiamo essere all’esame del MEF. La sua pubblicazione dovrebbe quindi essere imminente. Ma come viene determinato di solito il contingente per ogni classe di concorso? Facciamo chiarezza.
Immissioni in ruolo: determinazione del contingente
Chiarimenti sulla determinazione del contingente finalizzato alle immissioni in ruolo vengono fornite da Patrizia Giovannini, della direzione generale Gilda Insegnanti, la quale, ospite nella diretta tenuta ieri, 18 luglio 2024, da La tecnica della Scuola, ha spiegato come il meccanismo parta dapprima dalla considerazione dei posti residuati dopo la mobilità; dopodichè si va a guardare se ci sono posti che sono stati accantonati e che quindi devono essere rispettati e scorporati; si vanno poi, ad esempio, a scorporare eventuali contenziosi che si sono posti. Oppure si va anche a considerare laddove ci siano state perdenze di posto per chi aveva l’accantonamento di posto, come nel caso dello straordinario bis. Una volta che è stato fatto tutto questo lavoro e si ha contezza di quanti posti effettivamente sono rimasti vacanti, potrà essere deciso un contingente secondo un indice di percentuale.
La sindacalista ha poi precisato che non è detto poi che tutte le cattedre vacanti siano date al ruolo. Per ogni singola classe di concorso si va a decidere il contingente, vedendo laddove c’è maggiore capienza di posti e graduatorie. Alla fine di tutto questo procedimento viene deciso il contingente di posti. Tutto questo lo fa il ‘cervellone elettronico’ che fa capo al MIM, il quale farà anche una suddivisione del contingente a livello regionale. Saranno poi i singoli Usr a lavorare sulla ripartizione provinciale.
Si tratta quindi di un lavoro lungo e macchinoso che deve portare alle immissioni in ruolo, dalle procedure ordinarie, entro il 31 agosto di ogni anno. Fanno eccezione le immissioni dalle graduatorie di merito scaturite dal primo concorso PNRR, per le quali sono stati previsti tempi più allungati, fino a dicembre 2024.