Anche nel 2024 è possibile andare in pensione in anticipo con Quota 103, più propriamente detta pensione anticipata flessibile. Rispetto all’anno scorso, però, l’ultima Legge di Bilancio ha introdotto un inasprimento dei requisiti. L’Inps con la circolare n. 39 del 27 febbraio 2024 ha quindi fornito una serie di chiarimenti in merito.
In pensione con Quota 103 nel 2024: i chiarimenti Inps
Quota 103 è la misura di anticipo pensionistico che nel 2024 permette ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni di età e 41 di contributi versati (valgono anche gli anni di contributi accreditati ad esempio tramite il riscatto della laurea), in cambio del calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro. È riconosciuta per un valore lordo mensile massimo non superiore a quattro volte il trattamento minimo, cioè 2.394,44 euro per quest’anno. Se si supera tale soglia, è pagato l’importo massimo erogabile.
Altre precisazioni
L’Inps nella sua circolare ha inoltre ricordato che non possono accedere a Quota 103 alcune categorie di lavoratori, tra cui il personale appartenente alle Forze di polizia e di polizia penitenziaria, il personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e il personale della Guardia di finanza. Per quanto riguarda la decorrenza, il trattamento scatta una volta trascorsi i seguenti termini:
- sette mesi dopo che si sono maturati i requisiti, per i dipendenti del settore privato e per i lavoratori autonomi;
- nove mesi dopo che si sono maturati i requisiti, per i dipendenti pubblici.
Si ricorda, tuttavia, che le tempistiche potrebbero dilatarsi ulteriormente a seconda di quando si maturano i requisiti. Resta inoltre attivo l’incentivo al posticipo dell’uscita dal lavoro. I dipendenti che infatti maturano il diritto alla pensione nel 2024, ma decidono di rimanere in servizio possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali IVS. Bisogna, però, tenere conto che se da un lato ciò determina uno stipendio più alto, dall’altro abbassa la pensione perché mancheranno dei contributi. Anche in questo caso per vedersi accreditare lo stipendio maggiorato bisognerà aspettare sette o nove mesi.