riforma Valditara

L’inchiesta di Fanpage sui certificati falsi per la scalata delle graduatorie dei docenti, come abbiamo visto, ha sollevato un allarme nel mondo della scuola, evidenziando un problema serio e diffuso. Dopo la precedente inchiesta di Tuttoscuola sui “diplomi facili”, che ha rivelato il fenomeno del “turismo da diploma”, ora si è fatto luce su un mercato oscuro di certificati e titoli di studio ottenuti in modo fraudolento. La mancanza di controlli adeguati ha creato un terreno fertile per le frodi, alimentando un sistema che favorisce l’illegalità a discapito della meritocrazia. Il lavoro investigativo di Fanpage.it ha messo in evidenza le gravi conseguenze di questa “cattiva scuola”. Riportiamo qui di seguito il commento rilasciato dal sindacato la Gilda degli Insegnanti, che chiede di intervenire subito per salvare la qualità della scuola italiana. 

Inaccetabile quanto emerso dall’inchiesta Fanpage

“E’ spaventoso quanto emerso dalla nuova inchiesta del team di Backstair di Fanpage, dal titolo ‘La Cattiva Scuola’, sul mercimonio dei titoli. Corsi fittizi e certificazioni comprate per assicurarsi il posto in cattedra”. È quanto dichiara il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana. “La scuola e gli insegnanti si sono trasformati in un bancomat, un grande affare per enti di formazione che non hanno alcuna qualità, oltre anche a studi legali che hanno fatto passare l’idea che oltre ad acquistare i titoli, basta un ricorso per diventare docenti.

Formazione all’interno delle stesse scuole fatta da docenti qualificati e con esperienza

La Gilda denuncia già da tempo questo mercato nero, promuovendo in passato anche un convegno dal titolo ‘La Fabbrica dei Titoli. In Italia per entrare in ruolo si accede tramite concorso oppure – dichiara Castellana – attraverso le GPS e spesso in quest’ultimo caso, vediamo gente che sulla carta risulta plurititolata ma che poi non è in grado di accendere un computer. O ancor peggio, chi presenta attestati linguistici di cui poi non riesce a leggere neanche la dicitura corretta della certificazione acquisita, o meglio, comprata”. “La Gilda chiede di opporsi alla formazione online indiscriminata e di ripensarla in modo che questa avvenga non attraverso enti che nulla hanno a che fare con la scuola, ma che la formazione docenti si verifichi all’interno delle scuole stesse, accanto a docenti di comprovata esperienza”.