La gastroenterite virale, spesso chiamata “influenza intestinale” o “virus intestinale,” è un’infezione intestinale caratterizzata da un’infiammazione delle pareti dell’intestino causata da virus o, meno comunemente, da batteri o altri parassiti. Questa infezione è particolarmente diffusa nell’autunno del 2023, con alcuni casi gravi che possono durare fino a una settimana nei soggetti fragili come gli anziani, come spiega Silvestro Scotti su Adnkronos Salute. “La patologia che stiamo vedendo più spesso nei nostri studi – spiega Scotti – è questa forma gastroenterica che, in diversi casi, si prolunga anche oltre 48 ore”. Come si trasmette il virus? Quali sono i sintomi? E’ possibile prevenire?
Gastroenterite virale: come si trasmette e i sintomi
La gastroenterite virale si trasmette principalmente attraverso:
- Il contatto con una persona infetta.
- Il contatto con oggetti contaminati.
- L’ingestione di alimenti o acqua contaminati.
I sintomi caratteristici della gastroenterite includono vomito, dolore addominale, diarrea, malessere generale e mal di testa. In casi più gravi, possono comparire febbre, brividi e dolori diffusi. La durata tipica dell’infezione è di 2-3 giorni, ma può variare in base al virus responsabile. La prognosi è generalmente ottima per pazienti sani, e il recupero avviene di solito senza necessità di trattamento. Tuttavia, il rischio maggiore è la disidratazione, specialmente nei neonati e negli anziani. Le cause principali della gastroenterite virale sono quattro famiglie di virus:
- Rotavirus: Comune tra i bambini, provoca vomito, diarrea, febbre e dolore addominale.
- Adenovirus: Colpisce soprattutto i bambini piccoli, causando vomito e diarrea.
- Calicivirus: I norovirus sono i più comuni, responsabili delle epidemie invernali di gastroenterite con sintomi come vomito, diarrea, affaticamento e mal di testa.
- Astrovirus: Colpisce neonati, bambini e anziani con sintomi di vomito e diarrea.
Contagio e cause del ‘virus intestinale’
L’infezione intestinale virale, nota come gastroenterite virale, è altamente contagiosa e non conferisce immunità a lungo termine, sebbene possa offrire una certa protezione contro il ceppo specifico contratto. Questa condizione è più comune in inverno, ma può verificarsi in qualsiasi momento dell’anno. La principale via di trasmissione è oro-fecale, ovvero attraverso il consumo di cibo o bevande contaminati, toccando superfici contaminate e portando le mani alla bocca o il contatto diretto con persone infette, come spiegato sopra.
I norovirus, in particolare, sono noti per la loro diffusione tramite feci, vomito, acqua e cibi contaminati. Il periodo di contagiosità inizia con l’insorgenza dei sintomi e può persistere fino a 48 ore dopo la loro scomparsa. Anche chi sembra guarito può ancora diffondere il virus, poiché questo può rimanere nelle feci per diverse settimane. Sebbene di solito autolimitante, è importante consultare un medico in caso di sintomi gravi, disidratazione, sangue nelle feci, vomito persistente, febbre alta o sintomi che non migliorano dopo alcuni giorni. La diagnosi si basa principalmente sui sintomi, ma in casi gravi, possono essere necessari ulteriori test per escludere infezioni batteriche o parassitarie.
La prevenzione
La prevenzione migliore è il frequente lavaggio delle mani, anche se la malattia può colpire chiunque almeno una volta nella vita, poiché la prevenzione non è sempre possibile. Per ridurre i rischi di contrarla è bene anche:
- Disinfettare le superfici potenzialmente contaminate come il tavolo, i tavolini da gioco dei bambini, le superfici di preparazione del cibo, … e in generale gli oggetti utilizzati da famigliari affetti dall’infezione e i sanitari.
- Evitare la condivisione di asciugamani, posate, bicchieri, cuscini o altro con pazienti colpiti da sintomi.
- Evitare cibi e bevande che potrebbero essere contaminati, soprattutto in Paesi con condizione igieniche precarie.