Non sembrano finire le polemiche sull’insegnamento della Religione Cattolica a scuola e sul concorso, il cui bando è atteso per le prossime settimane. Ancora una volta è il quotidiano Repubblica a ‘canzonare’ i docenti Irc. Dopo infatti aver definito ‘sanatoria‘ circa un mese fa il concorso straordinario di Religione cattolica, nelle scorse ore, in un nuovo articolo, parla di “docenti scelti dal vescovo” per indicare coloro che si dedicano proprio all’Irc. Il dibattito è dunque ancora acceso. Sono seguite le repliche delle sigle sindacali Sair e Fensir.
Ancora polemiche sul concorso di Religione Cattolica: Sair e Fensir rispondono
Già le scorse settimane era intervenuto il sindacato Snadir, che aveva controbattuto a UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) in merito alla ‘querelle’ sull’apparente calo del numero di studenti che segue le ore di Religione Cattolica e sul precedente articolo di Repubblica che polemizzava sull’imminente procedura concorsuale straordinaria. Ora, dopo l’ennesimo ‘attacco’ del quotidiano, sono intervenute altre sigle rappresentative dell’Irc. Riportiamo di seguito l’intervento di Attilio Piacente pubblicato sul sito del sindacato Nuovo Sair.
“Caduta di stile e impreparazione completa”, risponde Mariangela Mapelli, Segretaria Nazionale del SAIR (Sindacato Autonomo Insegnanti di Religione), appartenente alla Federazione FENSIR: “Ma quale scelta dei Vescovi? Ci sono docenti titolati con Laurea Magistrale in Scienze Religiose, spesso docenti con più di una Laurea, che si formano con anni di esperienza post Universitaria e con incarichi di supplenza che durano anni. Dalla lettura dell’articolo di Repubblica sembra che un bel mattino il Vescovo di una Diocesi si alzi e scelga un docente da mandare nelle scuole!“
“Questa è vera disinformazione – risponde il prof. Giuseppe Favilla, Segretario Generale della FENSIR – che cerca di dequalificare docenti esperti nei vari Ordini di scuola, dalla Materna alla Secondaria di secondo grado (superiori) che ogni giorno propongono ai loro alunni non una scelta confessionale, di tipo catechistico, ma la “riscoperta” dei valori propri del Cristianesimo, espressi non solo nel mondo dell’Arte, ma anche nella Letteratura, nella Filosofia, certamente visibile negli edifici di culto di tutta Italia”.
Riscoprire i propri valori Cristiani non significa voler fare catechismo o portare la gente nelle Chiese, ma ha il valore di conoscere le proprie origini e la propria identità culturale.
“Ma quale “docenti speciali”, e perché definirli speciali nell’art. di Repubblica? Infelice espressione, ai limiti della denigrazione – così commenta tutta la Segretaria Nazionale del SAIR – nella storia abbiamo già avuto degli esempi negativi definendo alcuni gruppi di persone “speciali”!
“Le nomine di tali Docenti, ormai è risaputo da anni, sono il frutto di una Intesa, i Patti Lateranensi, laddove però sono stabiliti criteri generali per diventare un docente di Irc, criteri inderogabili anche per i Vescovi che volessero appropriarsi di scelte puramente personali. Questo in realtà fa capire l’articolo del giornale Repubblica, questo sottointende: piena libertà dei Vescovi nello stabilire chi deve andare ad insegnare Irc.
Così anche il nuovo concorso, a distanza di 20 anni dal primo, avrà dei criteri molto severi per potervi accedere: criteri oggettivi che si ritrovano nella legge sia dello straordinario, sia dell’ordinario, e non la sanatoria paventata dalla giornalista Stefania Parmeggiani, di precari storici. Ma in fondo basterebbe dare una occhiata alle leggi in vigore attualmente per gli Irc, per farsene una idea più giusta e veritiera, prima di scrivere un articolo di giornale!
“Siamo di fronte ancora una volta alla solita polemica; è stato detto tutto, ma invitiamo ancora una volta i lettori ad approfondire la realtà dei fatti e non solo con gli spot” Conclude Giuseppe Favilla segretario generale nazionale della FeNSIR.