Dopo anni di denunce la Commissione Europea il 3 ottobre ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia europea per abuso di contratti a termine. Il nostro Paese avrebbe infatti violato le norme comunitarie sul lavoro a tempo determinato nel comparto scolastico. In realtà la procedura d’infrazione era stata aperta già anni fa ma l’Italia finora non è mai sembrata intenzionata a voler sanare la sua posizione ponendo rimedio al precariato scolastico dilagante. A questo punto questo evento non può che costituire ‘l’input’ per permettere ai precari di rivalersi: a breve partirà infatti una class action.

Class action: chi vi potrà aderire

A parlare di class action è stato nelle scorse ore Marcello Pacifico, segretario nazionale Anief: “Anief adesso lancia una Class Action gratuita rivolta a tutti i dipendenti del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), siano essi docenti o appartenenti ai profili del personale ATA, che negli ultimi 10 anni abbiano stipulato contratti a termine con scadenza al 30 giugno o al 31 agosto, per una durata complessiva superiore a 36 mesi. L’obiettivo del ricorso collettivo è ottenere giustizia per i lavoratori precari del mondo della scuola, richiedendo il riconoscimento del diritto al risarcimento per il danno subito. Anief predisporrà inoltre una diffida formale per interrompere i termini di prescrizione del diritto al risarcimento, che potrebbe arrivare fino a 24 mensilità dell’ultima retribuzione percepita.

Il sindacalista ha anche aggiunto che “il ricorso sarà presentato innanzi al Tribunale di Roma sotto forma di ricorso pilota , aprendo la strada per future azioni giudiziarie.