Le nomine da GPS sono agli sgoccioli. Gli uffici territoriali hanno infatti tempo fino al 31 dicembre per pubblicare i bollettini. Dopo tale data, le istituzioni scolastiche, per qualsiasi esigenza di organico, dovranno ricorrere alle graduatorie di istituto e, in ultima battuta, all’interpello. In ambito GPS anche quest’anno non sono mancate le polemiche. Sebbene in tantissimi casi lo “scavalcamento” sia stato dettato dalla compilazione degli aspiranti docenti che hanno, volontariamente o meno, escluso alcune casistiche (spezzoni, COE, tipologia di scuola ecc.), dall’altra parte resiste uno degli aspetti più criticati da quando è stato introdotto il meccanismo : l’algoritmo. Esso non torna indietro, ma quali sono le possibili soluzioni per ovviare all’annosa questione?
Il funzionamento dell’algoritmo
Partiamo dal presupposto che il funzionamento dell’algoritmo è del tutto legittimo. Non torna indietro in quanto espressamente previsto normativamente. E va anche aggiunto che la gestione delle nomine è un’operazione abbastanza complessa, soprattutto pensando alle province più estese che richiedono numeri e incroci notevoli. Inoltre, come spiegato in premessa, in moltissimi casi la domanda da parte dei candidati è stata compilata in modo incompleto. Spieghiamo meglio. L’algoritmo passa in rassegna gli aspiranti docenti di una specifica classe di concorso. Giunto ad una determinata posizione, verifica se tra le preferenze espresse dal candidato X sia indicata una disponibilità non ancora assegnata. Se tra le disponibilità residue dovessero esserci solamente posti che il candidato non ha inserito tra le preferenze, l’algoritmo “salta” e procede oltre.
Prima soluzione: rendere note le disponibilità in anticipo
Sebbene i candidati siano tenuti a compilare la domanda nel modo corretto, un’idea per rendere tutto più semplice sarebbe quella di rendere noti i posti disponibili prima della compilazione. Diversi candidati hanno infatti lamentato la mancanza della pubblicazione da parte di alcuni uffici scolastici territoriali, rendendo la compilazione un vero e proprio tentativo “al buio”. Di certo, non è un’operazione banale, perché in ogni momento possono verificarsi dei cambiamenti, ma a grandi linee offrire la panoramica delle disponibilità certe prima della compilazione delle preferenze eviterebbe molte contestazioni.
È chiaro che, una volta rese note, i candidati non avrebbero “giustificazioni”. Una volta che il quadro offerto è limpido, la compilazione dovrebbe avvenire secondo criteri ovviamente personali, ma che diverrebbero vincolanti e non darebbero adito alle innumerevoli critiche che l’algoritmo e il suo funzionamento attraggono.
Far tornare indietro l’algoritmo sarebbe possibile: ma in che modo?
La seconda possibilità sarebbe quella, ovviamente, di tornare indietro. Ciò significa che, una volta effettuato un giro di nomine, lo scorrimento non dovrebbe ripartire dalla posizione successiva all’ultima beneficiaria di un’assegnazione, ma nuovamente dal principio. Una delle osservazioni è stata proprio che l’algoritmo bypassa questa casistica, producendo un danno. Facciamo un esempio concreto per capirci.
Il candidato Tizio ha espresso delle preferenze per la classe di concorso A021. Al primo giro, l’algoritmo giunge alla sua posizione, ma non riesce a soddisfare alcuna preferenza tra i posti rimasti disponibili. Va dunque avanti e prosegue con le assegnazioni. Quando parte il “secondo giro” di nomine, immaginiamo che sia emersa una disponibilità che in precedenza non esisteva. La procedura non torna indietro, ma ricomincia dalla prima posizione utile dopo quella della prima assegnazione. In tal modo, e da qui nasce la contestazione, i candidati in posizione precedente si ritrovano ad avere, a parer loro, un pregiudizio, in quanto tale posto era sconosciuto preventivamente. Ripartendo dall’inizio, invece, si scongiurerebbero queste problematiche.
Le rinunce: anche qui basterebbe ricominciare dal principio della graduatoria
Un altro caso riguarda le rinunce. Se, infatti, un aspirante docente rinuncia ad una nomina, vale la stessa regola. Non si ricomincia dall’inizio, ma si prosegue da dove aveva terminato. Qui, se vogliamo, si tratta di una beffa ancora maggiore. Infatti, il posto è noto, ma nell’ipotesi in cui un candidato non accetti la nomina per svariate ragioni, un altro aspirante docente in posizione più bassa in graduatoria potrebbe trovarsi ad avere quel posto. Anche in questo caso, si potrebbe ovviare ricominciando lo scorrimento dal principio. Ciò, però, potrebbe valere solamente per i posti oggetto di rinuncia o che siano emersi in un secondo momento. È chiaro che, per le nomine già andate a buon fine, non si può ricominciare a scorrere dal principio, altrimenti si creerebbe un marasma organizzativo.
Quello che comunque conterebbe, ai fini di una maggior efficacia dell’algoritmo delle GPS, è consentire la possibilità di una ripartenza dal principio dello scorrimento. In tal caso, si potrebbero avere molte meno noie rispetto a quelle che stanno contraddistinguendo le nomine di questi anni scolastici.