Proseguono i ricorsi per richiedere la carta del docente, così come proseguono le vittorie, con la conseguente corresponsione anche degli interessi a favore dei ricorrenti. Alla lunga lista delle sentenze di merito positive per i docenti precari si aggiungono anche quelle a favore degli educatori precari. Il bonus da 500 euro (che quest’anno probabilmente sarà ridotto) spetta infatti anche a questi lavoratori della scuola. Di seguito la più recente giurisprudenza che ne riconosce il pieno diritto, lasciando ancora una volta soccombente il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Carta del docente: arrivano esiti favorevoli anche per gli educatori precari
Il Tribunale di Rovigo ha di recente riconosciuto ad un educatore precario, che per due annualità non aveva ricevuto la carta del docente, la somma di 1.000 euro, da versare sul portafoglio elettronico della piattaforma dedicata. Il giudice, nel caso specifico, ha colto l’occasione per dare la giusta interpretazione alla normativa che riconosce il bonus in questione. In particolare nella decisione si legge che “sebbene la normativa di settore utilizzi il termine ‘docente’, si deve ammettere che anche gli educatori possano beneficiare delle stesse disposizioni, come recentemente ammesso anche dalla Corte di Cassazione (Cass. Civ. sez. lav., ord. 12.04.2024, n. 9984; Cass. Civ. sez. lav. 31.10.2022, n. 32104). L’art. 395 del decreto legislativo n. 297 del 1994 (Testo Unico Pubblica Istruzione), infatti, definisce la “funzione docente” come “esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità”. Pertanto, sia gli insegnanti sia coloro che svolgono ruoli educativi esplicano la medesima funzione”.
E ancora: “L’assimilabilità degli educatori ai docenti è confermata anche dalla contrattazione collettiva. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del Comparto Scuola 2016-2018 include il personale educativo nella “area professionale dei docenti”, come stabilito dall’articolo 25. Questo comprende infatti insegnanti di diverse scuole e istituzioni educative, come scuole primarie e secondarie, nonché il personale educativo dei convitti e degli educandati femminili”.
In definitiva il giudice equipara la discriminazione subìta dai docenti precari, nel non vedersi riconoscere automaticamente la carta del docente, a quella degli stessi educatori precari. Tutti coloro dunque, anche tra questi ultimi, che presenteranno ricorso non potranno che avere esito favorevole, visto il ‘trend’ dell’orientamento seguito nelle aule di tribunale.