Nell’ultimo periodo il settore delle pensioni sta entrando sempre di più in crisi. Il problema è legato soprattutto al ridotto numero delle nascite rispetto a quello dei neo-pensionati e agli assegni molto bassi, che rendono necessario il ricorso alla previdenza complementare. Quali sono le proposte Anief per intervenire in questo delicato scenario.

La crisi nera delle pensioni: nascite troppo basse e assegni da fame

Secondo quanto emerso dallo studio nazionale sulle pensioni e la previdenza complementare, il sistema contributivo puro sarebbe di fatto in crisi. Stando ai dati, in Italia ci sono più neo-pensionati che neonati (nel 2023 appena 379.339 nati VS 519.879 persone che hanno lasciato il lavoro). Tuttavia, solo un lavoratore su quattro aderisce ad iniziative finalizzate a supportare le pensioni che stanno diventando sempre più basse. Senza contare che la situazione tende a peggiorare ulteriormente nel caso delle donne.

“Il sistema pensionistico italiano sta producendo dei risultati sempre più penalizzanti per i lavoratori, soprattutto quelli che hanno una carriera instabile o con molto precariato, caratteristiche tipiche, purtroppo, di chi intraprende una carriera professionale a scuola”. Ha dichiarato il presidente Anief Marcello Pacifico. “La media nazionale ci dice che soltanto il 26% dei lavoratori italiani ha un fondo pensione. Probabilmente non si ha ancora la coscienza di quale pensione misera si andrà a prendere: basterebbe ricordare che anche con 43 anni di contributi, l’assegno di quiescenza sarà pari solo all’80% degli ultimi stipendi”. Mentre: “Con 20 anni di contributi l’assegno si ridurrà a 534 euro, quindi si tratterebbe di una pensione sociale“. Ha aggiunto Pacifico. “In questa situazione è evidente che non si può fare a meno di versare dei contributi integrativi”.

La proposta Anief

Ad influire su questo terribile scenario ci pensa inoltre il fatto che dal 2011 in Italia si è passati al calcolo dell’assegno basato sul sistema contributivo puro. Ciò significa per molti andare incontro ad una pensione da fame. Specie in settori come la scuola, dove è presente il fenomeno del precariato e i compensi e i benefits sono in generale piuttosto ridotti.

Alla luce della complessa situazione attuale, Anief chiede che venga attuata una riforma dell’INPS, finalizzata a separare le spese degli ammortizzatori sociali dalle pensioni. “È importante chiedere una riforma dell’INPS che separi le spese degli ammortizzatori sociali da quelle per la pensione, che preveda il versamento dei contributi attuali figurativi da parte dello Stato, rivede le aliquote e il calcolo dell’assegno nonché l’età pensionabile“.