I corsi per la specializzazione su sostegno Indire previsti dal Governo hanno suscitato un vespaio tra le varie categorie di docenti, dividendoli. Il Gruppo docenti Uniti per Indire invia una nuova lettera, che pubblichiamo di seguito: Il ragionamento proposto dal C.D.S.S. presenta una visione parziale e fuorviante della situazione formativa dei docenti. Si parla di “disparità di trattamento” e percorsi pericolosamente abbreviati. È opportuno sottolineare che prima dell’introduzione del TFA sostegno, i docenti che volevano specializzarsi nel sostegno all’inclusione passavano attraverso le SSIS, percorsi biennali che richiedevano un impegno prolungato e un investimento di tempo significativo. 

Il TFA sostegno

Il TFA sostegno da 60 CFU, della durata di meno di un anno, rappresentava poi un’evoluzione del sistema formativo, mirata a rispondere in modo tempestivo e flessibile alle esigenze educative di quel tempo. La questione sollevata riguardo alla disparità di trattamento tra i docenti formati attraverso il TFA e quelli che accederanno ai percorsi INDIRE appare quindi non solo infondata, ma anche contraddittoria. 

Infatti, l’introduzione di percorsi formativi eventualmente più brevi e mirati non deve essere interpretata come un declassamento della preparazione dei docenti, ma piuttosto come un’opportunità per garantire una formazione direttamente collegata alle esigenze del contesto scolastico attuale.

La qualità della formazione

Inoltre, è fondamentale considerare che la qualità della formazione non può essere semplicemente misurata dalla durata del percorso, ma deve essere valutata in base ai contenuti, alle metodologie didattiche e alle competenze acquisite. Inoltre ricordiamoci bene che i percorsi INDIRE, pur avendo una struttura diversa, possono garantire una preparazione adeguata e specifica per affrontare le sfide del sostegno educativo e ricordiamoci ancora meglio che l’esperienza pluriennale dei docenti a cui è riservato insieme ai colleghi che hanno già conseguito un titolo in un paese dell’ Unione Europea sono elementi reali e fondanti e non possono essere BUTTATI VIA!

In conclusione, la critica del Collettivo ed il relativo ricorso sembrano ignorare il contesto evolutivo della formazione docente, e non coglie l’importanza di un sistema che si adatta alle necessità attuali, che riconosce e rispetta l’esperienza e che sarà SICURAMENTE pensato per mantenere elevati standard di qualità.  Al contrario di chi ha acquistato il titolo a “suon di quattrini” truffando anche i propri colleghi del “TFA italiano da 60 CFU” che hanno “acquisito” e non “acquistato” il titolo. Questi docenti adesso sono probabilmente in ruolo o hanno una cattedra a scuola. Cosa insegnano ai loro alunni? Come li guardano in faccia? Il Collettivo facesse ricorso contro di loro e lasciasse in pace noi!

Daniela Nicolò