Percorsi abilitanti formativi all’insegnamento, la riforma delle classi di concorso, prevista dal PNRR, sta per essere varata: il decreto, infatti, dovrebbe vedere la luce nelle prossime settimane. Sono previste diverse novità in merito ad accorpamenti di diverse c.d.c., presenti sia nella scuola secondaria di primo che in quella di secondo grado. Molti docenti, però, si stanno interrogando in merito all’opportunità di procedere a tale riforma proprio in concomitanza con l’avvio dei percorsi abilitanti all’insegnamento.

Percorsi abilitanti docenti e varo della riforma delle classi di concorso: un paradosso?

Il varo della riforma delle classi di concorso finirà per influire negativamente sui nuovi percorsi abilitanti all’insegnamento? A questa domanda ha risposto Attilio Varengo di Cisl Scuola, in occasione di un suo intervento in un question time organizzato da Orizzonte Scuola. Il componente della segreteria nazionale Cisl ha sottolineato che ‘il problema deriva proprio dalle scadenze. I percorsi abilitanti sono finalizzati all’assunzione di 70mila docenti secondo il nuovo percorso di formazione e reclutamento e quindi l’Amministrazione è già in forte ritardo per conseguire quell’obiettivo’.

‘Ricordiamo anche – aggiunge l’esponente di Cisl Scuola – che l’obiettivo dei 70mila assunti, tramite le nuove procedure, è stato oggetto di ricontrattazione da parte del Ministero con la Commissione europea, proprio per l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo entro i termini previsti. Quindi si è deciso di spostare di un anno la scadenza delle assunzioni dei 70mila docenti, andando a suddividere il contingente in 20mila, altri 20mila e successivamente 30mila’. 

‘Per quanto riguarda la revisione delle classi di concorso – spiega Attilio Varengo – c’è da dire che tutti i decreti che hanno via via riformato le classi di concorso hanno fatto salva la situazione dei candidati prima dell’emanazione del nuovo regolamento. Questo significa che coloro che avevano un titolo di studio valido per l’accesso a classi di concorso, secondo il previgente ordinamento (vale a dire il decreto ministeriale N. 259 del 9 maggio 2017) manterranno evidentemente la validità, grazie ad una fase transitoria di quei titoli di studio’.