Con il Disegno di Legge di Bilancio per il 2025, il governo italiano ha destinato 23 miliardi di euro agli aumenti contrattuali per il pubblico impiego, includendo il settore scolastico. Di questi, 386 milioni di euro sono stati riservati alla specifica valorizzazione del personale scolastico per il triennio 2025-2027, ma la misura appare insufficiente a coprire le necessità dei dipendenti. Gli aumenti anticipati previsti sono dello 0,6% da aprile 2025 e dell’1% da luglio 2025, sempre nell’attesa della firma del contratto di Anief.
Risorse stanziate e valorizzazione del personale scolastico
Il sindacato Anief, guidato da Marcello Pacifico, considera le cifre stanziate insufficienti, chiedendo uno sblocco di 8 miliardi per l’indennità di vacanza contrattuale. Anief propone un aumento mensile di 150 euro a partire da gennaio, oltre a 3.000 euro di arretrati per adeguare le retribuzioni agli incrementi inflazionistici che hanno eroso il potere d’acquisto negli ultimi anni.
L’articolo 19 del disegno di legge introduce una previsione di aumento complessivo di 600 euro entro il 2030 per i dipendenti pubblici, destinato a compensare l’incremento dell’inflazione registrato (+16%) negli ultimi anni. Tuttavia, il sindacato segnala che l’aumento medio annuale resta marginale e invita il personale scolastico a inviare diffide per ottenere una rivalutazione adeguata dell’indennità di vacanza contrattuale, attualmente bloccata a un irrisorio 0,5%.
Lo stipendio dei docenti negli ultimi 30 anni si è impoverito
“Lo stipendio dei docenti negli ultimi 30 anni si è impoverito, anche rispetto a quello degli operai. Il motivo? Si è persa la coscienza del corpo insegnanti e chi ha gestito le casse pubbliche ha pensato bene di fare cassa risparmiando sull’Istruzione”: dichiara Marcello Pacifico. Il sindacalista autonomo a questo scopo fa due richieste: “cambiare registro con scatti stipendiali automatici più numerosi e ravvicinati nel tempo, ma anche ricreare quello spirito di categoria che si è perso negli ultimi decenni con il sindacato a fare da trade union. Un docente in Italia nel 1993 guadagnava 29 milioni lire: per quale motivo – dice ancora Pacifico – lo stesso docente nel 2023 ha perso metà stipendio, visto che va a prendere in media 29 mila euro“?