Ogni anno puntualmente torna alla ribalta la questione del ripristino del doppio canale di reclutamento, a fronte di uno spropositato e crescente numero di precari. Ma immancabilmente finisce con lo sfumare in un nulla di fatto, con l’ennesimo ricorso alle sole procedure concorsuali per immettere in ruolo, con cui i docenti di ogni ordine e grado vengono parcheggiati in lunghe graduatorie di merito, in attesa dell’agognato contratto a tempo indeterminato. A tratti è sembrato esserci l’appoggio politico di alcuni esponenti di maggioranza, oltre che di alcune sindacali. Ad oggi però, alla luce anche dell’impegno preso dall’attuale governo in vista del raggiungimento degli obiettivi del PNRR, sono previsti 3 concorsi, di cui uno in corso, uno che sarà bandito nell’autunno 2024 e uno nel 2025. Che fine farà quindi il doppio canale di reclutamento? Quando potrà essere nuovamente messo in atto? E perchè la scuola italiana deve ‘chiedere il permesso’ all’Europa sulle modalità con cui sanare il precariato? Questi interrogativi aleggiano da tempo tra i precari. E proprio sulla base di queste domande è stata indetta una manifestazione unitaria per sollecitare il Ministero a non avvalersi solo dei concorsi come strada verso la sanatoria della piaga del precariato.
‘Anli’ e ‘Scuola, Lavoro e Libertà ’ uniti per un obiettivo comune: stabilizzare i docenti precari
La data della manifestazione unitaria è fissata per il 10 aprile 2024 davanti al MIM, in viale Trastevere 76/A, Roma, a partire dalle ore 14. I docenti precari di ogni ordine e grado scolastico scenderanno in piazza grazie alla collaborazione delle associazioni Anli, Associazione Nazionale Liberi Insegnanti, e Scuola, Lavoro e Libertà . L’obiettivo comune che caratterizza questa mobilitazione è quello della richiesta di una concreta stabilizzazione dei docenti precari attraverso il doppio canale di reclutamento. Come si è visto infatti, e come stanno dicendo anche le varie sigle sindacali, i concorsi da soli non bastano per risolvere il problema del precariato. Ed è proprio questo il punto focale che il gruppo di insegnanti vorrebbe esporre al Ministro Valditara nella speranza di poter ottenere un colloquio con lo stesso.