Ministero dell'Istruzione
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“Scuola, Lavoro e Libertà”, con il supporto di ANLI, ha lanciato un vibrante appello alla mobilitazione contro le ingiustizie nel sistema educativo. L’associazione ha puntato i riflettori su due criticità principali: le pratiche di reclutamento docenti discutibili e le promesse disattese sui corsi abilitanti per i docenti.

Come si legge dal comunicato, “la prova scritta dell’unico concorso ordinario della storia chiamato ‘straordinario’, in cui si sono registrate percentuali di superamento della prova dell’ordine del 90%”. Un risultato che – sempre stando al comunicato – era stato ampiamente previsto dall’associazione, la quale ne contesta la validità come equo strumento di selezione.

Ma per Scuola, Lavoro e Libertà, le delusioni non si fermano qui. L’attuazione dell’emendamento 20.8 al decreto PA-bis ha alimentato le speranze dei docenti precari per un accesso facilitato ai corsi di abilitazione. Tuttavia, si apprende sempre dalla nota stampa diffusa dall’associazione, il DPCM del 4 agosto 2023 ha lasciato insoddisfatte le aspettative di cui sopra, con la conseguenza di aver generato confusione sulla realizzazione dei percorsi abilitanti.

Ciò ha contribuito ad alimentare un sentimento di marginalizzazione tra i “precari storici”, costretti a confrontarsi con una realtà definita dall’associazione una “macelleria sociale”. Di fronte a questo scenario – si evince dal comunicato – emerge la necessità di un cambiamento sostanziale nella gestione della politica scolastica, al fine di proteggere gli interessi di chi lavora nel settore educativo.

Per far sentire la propria voce dinanzi alle succitate problematiche, Scuola, Lavoro e Libertà, unitamente ad ANLI, invitano docenti, triennalisti, precari storici e tutti coloro che si sentono penalizzati dalle attuali politiche a partecipare alla manifestazione prevista il 10 aprile a Roma, in viale Trastevere 76/a, davanti alla sede del MIM. L’obiettivo – conclude l’associazione – è unire le forze per promuovere un cambiamento positivo, chiedendo riforme concrete che garantiscano equità e dignità professionale.