Mentre si avvicina la scadenza del 20 settembre per l’invio del Piano strutturale di bilancio a Bruxelles, a Palazzo Chigi si lavora intensamente sulla prossima manovra 2025. La premier Giorgia Meloni ha indicato come priorità il taglio delle tasse, il supporto a giovani, famiglie e natalità, e interventi per le imprese. Le risorse disponibili, limitate, saranno concentrate su questi obiettivi. Il governo mira a superare la “stagione dei bonus a pioggia” e a mantenere una politica di bilancio equilibrata, concentrando le risorse sulle priorità annunciate.

Taglio del cuneo fiscale, Irpef e assegno unico

Il governo punta a rinnovare il taglio del cuneo fiscale per i redditi bassi e la rimodulazione dell’Irpef da quattro a tre aliquote, misure introdotte nella precedente manovra. Si prevede anche una riduzione dell’aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33%, estendendo il limite a 60mila euro. Questo favorirebbe i redditi medio-alti, ma queste misure assorbiranno gran parte dei 20-25 miliardi destinati alla legge di Bilancio.

Uno dei nodi centrali nelle discussioni con l’Unione Europea riguarda l‘assegno unico per i figli. Pur confermando la misura, il governo sta lavorando a correttivi per risolvere una distorsione della normativa originaria: attualmente, l’assegno contribuisce al calcolo dell’ISEE, aumentando il reddito delle famiglie numerose e limitando così l’accesso ad altri strumenti di sostegno economico. Per affrontare questo problema, è stato istituito un tavolo di lavoro specifico sull’ISEE.

Incentivi alla natalità e bonus mamme

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta considerando un piano di incentivi alla natalità con una riduzione delle tasse per chi ha più figli, introducendo un “quoziente familiare per le detrazioni”. Questa misura favorirebbe le famiglie numerose, ma potrebbe penalizzare chi non ha figli. Ma non tutti i leader di governo sono favorevoli a questa decisione.

La nuova manovra prevede di riconfermare il bonus per le mamme lavoratrici, con l’obiettivo di estenderlo anche alle lavoratrici autonome con Partita IVA, finora escluse da questo beneficio che è riservato alle dipendenti a tempo indeterminato. Se l’estensione fosse approvata, circa 2 milioni di donne in Italia potrebbero beneficiare di un’esenzione totale dai contributi per invalidità, vecchiaia e superstiti fino al compimento dei 18 anni dell’ultimo figlio, per un valore di circa 3.000 euro annui (circa 250 euro al mese).

Riforma delle pensioni e ipotesi di uscita a 70 anni

La riforma delle pensioni rimane un tema divisivo, con discussioni interne sulla rivalutazione delle pensioni minime e la proposta di Quota 41 della Lega. Intanto, il ministero della Pubblica amministrazione sta valutando la possibilità di estendere il servizio volontario per i dipendenti pubblici fino a 70 anni, con un impiego in ruoli di tutoraggio.