A partire dal prossimo anno, o al più tardi dal 2026, entrerà in vigore la riforma del numero chiuso a Medicina con il primo semestre-filtro aperto a tutti, che andrà dal 1° settembre al 15 dicembre. Al termine di questa fase chi avrà superato gli esami caratterizzanti potrà fare domanda di partecipazione al test nazionale di accesso, che si svolgerà a gennaio, e che determinerà una graduatoria nazionale in relazione al fabbisogno concordato con il Ministero della Salute. Non è chiaro però se sarà necessario effettuare una doppia iscrizione, in modo tale da poter proseguire gli studi presso un’altra facoltà qualora non si dovesse passare a Medicina.
Medicina 2025 e semestre-filtro: servirà la doppia iscrizione?
La riforma del numero chiuso a Medicina dovrebbe introdurre l’obbligo della doppia iscrizione gratuita per gli studenti al primo semestre. In questo modo, coloro che non dovessero superare la selezione al termine del periodo-filtro potrebbero comunque proseguire gli studi nei corsi di laurea affini, vedendosi riconosciuti i crediti acquisiti fino a quel momento.
“Coloro che intendono iscriversi al corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia (LM-41) devono iscriversi a un semestre comune con il corso di laurea in biotecnologie mediche (L-2) o in scienze motorie e sportive (L-22), a libero accesso e senza alcuna restrizione di programmazione riguardo alla sede. Gli atenei che erogano il corso di laurea LM-41 adeguano i propri piani di studio in accordo alle disposizioni di cui alla legge per quanto concerne i corsi di laurea L-2 e L-22”. Questo è quanto si legge nel DDL 915.
La riforma garantisce inoltre la possibilità di iscriversi a corsi di laurea diversi anche oltre i termini ordinari, aumentando così le opzioni di scelta per chi non accede subito a Medicina. Ovviamente, perché tutto funzioni al meglio, bisognerà prima individuare le discipline qualificanti comuni e definire i vari corsi, garantendo programmi uniformi e coordinati tra loro.
Università telematiche
Nel disegno di legge si legge inoltre che gli atenei tradizionali potranno avvalersi dell’aiuto delle università telematiche. “Ferma restando l’autonomia organizzativa degli atenei in merito alla modalità di erogazione del corso, lo stesso può essere disposto a distanza per le lezioni frontali, fatte salve le esercitazioni di anatomia umana che sono svolte a gruppi in presenza, al fine di evitare problemi di insufficienza di aule e sicurezza, nonché di rendere fruibili a tutti gli stessi contenuti didattici. Gli atenei tradizionali possono avvalersi della collaborazione degli atenei telematici”.
Al momento non è chiaro se questi ultimi avranno un ruolo attivo o se fungeranno solo da supporto, soprattutto perché attualmente non ci sono corsi di laurea telematici in Medicina, ma solo in Scienze Motorie e Biotecnologie.