La Camera è convocata lunedì 19 febbraio alle ore 13 con il seguente ordine del giorno: seguito della discussione del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi, cosiddetto Milleproroghe (C. 1633-A). Secondo il calendario stabilito dalla Conferenza dei capigruppo, alle 13 sono previste le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, alle 14.40 la votazione per appello nominale, e dalle 15.40 l’esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale. Lunedì dunque arriverà il voto finale sul Milleproroghe, dopo che il 15 febbraio il Governo ha posto la questione di fiducia. Pochi gli aspetti in ambito scolastico contenuti nel provvedimento in oggetto.

Milleproroghe, gli emendamenti approvati sulla scuola

Tra gli emendamenti presentati al cosiddetto “Decreto Milleproroghe”, e approvati dalle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, alcuni riguardano il settore scuola. In particolare:

  • l’esclusione dai requisiti per l’ammissione all’esame di Stato, anche per il 2024, dei PCTO, cioè dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento (alternanza scuola-lavoro);
  • l’aggiornamento biennale delle GAE per consentire l’allineamento con le GPS;
  • la proroga di un anno, con decorrenza dalla sottoscrizione del CCNL, del termine per l’acquisizione delle certificazioni informatiche richieste per l’inserimento nelle graduatorie di istituto del personale ATA. Il termine vale anche per i nuovi inserimenti.

La delusione del sindacato Anief

Il testo del Milleproroghe, rispetto a quanto approvato dal governo, è stato modificato solo in minima parte con riguardo al settore scolastico. La maggior parte degli emendamenti presentati, in testa, dal sindacato Anief, che vanno dalla mobilità al reclutamento, al dimensionamento, sono stati rigettati. E così restano aperte ancora molte problematiche.

Sono stati quasi tutti ritirati, oppure considerati inammissibili o respinti, gli emendamenti suggeriti dal sindacato – ha spiegato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e questo non farà il bene della scuola. L’ultima beffa è stata la risposta negativa, da parte delle commissioni di Montecitorio, alla proroga della deroga ai vincoli sui trasferimenti dei neo-assunti in nome di una falsa continuità didattica inserita tra gli obiettivi del PNRR: secondo questa astrusa teoria, in pratica, sarebbe stata l’Europa a imporre al Parlamento il ‘no’ ai vincoli alla mobilità”.

Nessuna considerazione riguarda invece altri aspetti da affrontare – fa notare Marcello Pacifico – a partire dal superamento del record di 240 mila precari e dalla una procedura d’infrazione UE aperta da dieci anni con una media di risarcimenti in favore dei supplenti di 11 milioni di euro solo 2023 con i legali Anief. E non si dica – continua il presidente Anief – che la soluzione sarà il nuovo concorso, al termine del quale la maggior parte dei posti di sostegno rimarrà comunque vacante per assenza di candidati nelle regioni dove c’è invece un forte fabbisogno, mentre la metà dei posti (100 mila supplenze nel 2023) rimane sempre assegnata in deroga per lo più a personale non specializzato”.

Il sindacalista ha poi concluso: “La verità è che risulta vergognoso ancora pensare di ‘ingabbiare’ dei lavoratori, costringendoli ad abbandonare la propria famiglia, e a vivere sulla soglia della povertà piuttosto che ristorarli se decidono di stare in servizio fuori sede. Se la colpa di questa incredibile impasse sta nel PNRR concordato dal precedente Governo, allora la responsabilità vuole che si modifichino gli obiettivi e si programmino nuove strategie anche in un prossimo decreto proprio sugli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Viceversa i problemi rimarranno irrisolti e la frustrazione aumenterà tra chi dovrebbe essere premiato e valorizzato per il servizio reso allo Stato e non certo illuso o sfruttato”.