Si è ancora in attesa che venga conclusa la trattativa sul nuovo CCNI sulla mobilità 2025-27. Deve ancora essere fissato l’ultimo incontro tra Ministero e sindacati che dovrebbe portare poi alla firma definitiva. Sono ancora molti i punti su cui deve concentrarsi la discussione. Vediamo quindi quali potrebbero essere le novità attese per docenti e ATA.
Mobilità: cosa dovranno aspettarsi docenti e ATA
Il punto più dibattuto attiene la questione dei vincoli alla mobilità. Negli ultimi anni si è andati nella direzione della salvaguardia della continuità didattica, imponendo la permanenza sulla cattedra di titolarità per 3 anni prima di poter presentare domanda di mobilità. Nel tempo si è cercato di attutire la regola introducendo deroghe. E anche nell’ambito del nuovo CCNI in via di definizione i sindacati stanno spingendo verso un’estensione delle deroghe, su cui però il Ministero non sembra mostrare aperture.
Le ipotesi sul tavolo includerebbero anche una possibile revisione delle quote riservate ai passaggi di cattedra e di ruolo. Plausibile poi che continui la tendenza a destinare una parte dei posti vacanti nelle zone più svantaggiate (si pensi ad esempio alle aree montane o periferiche) a forme di mobilità agevolata, per far fronte alla carenza di docenti e personale ATA in queste realtà.
Altro aspetto al centro del dibattito è poi la possibile modifica della valutazione dei titoli di servizio e di altri titoli quali master, certificazioni informatiche e linguistiche, specializzazioni sul sostegno.
Per quanto riguarda nello specifico il personale ATA di particolare interesse è la possibilità di uno snellimento delle procedure di mobilità interregionale per i profili di DSGA, assistenti tecnici e amministrativi, con l’obiettivo di rispondere alle carenze di organico in alcune aree del Paese.