Si avvicina il pagamento del lavoro aggiuntivo realizzato da migliaia di docenti e non docenti nel corso di questo anno scolastico, tramite i fondi MOF. Queste attività, previste nel PTOF delle scuole autonome e programmate nell’atto di indirizzo del dirigente scolastico, sono state svolte grazie alla disponibilità del personale interno e retribuite tramite il fondo MOF, spesso con compensi forfettari definiti a livello di contrattazione di istituto.
Compensi e confronto con il lavoro straordinario nella PA
Questi incarichi aggiuntivi sono equiparabili al lavoro straordinario degli altri comparti della pubblica amministrazione. A partire da gennaio 2024, il personale docente riceverà 38,50 €/h per le ore aggiuntive di insegnamento e 19,25 €/h per le ore aggiuntive non di insegnamento, ovvero quelle dedicate al funzionamento organizzativo e didattico della scuola.
La normativa fiscale vigente prevede che i compensi per le prestazioni aggiuntive siano soggetti a un’imposta IRPEF che può arrivare fino al 43%. Rosolino Cicero, Presidente di Ancodis, sottolinea l’inequità di questo trattamento, dichiarando: “Considerati gli importi oggi previsti, c’è un trattamento a dir poco iniquo verso chi si impegna per la propria comunità scolastica nel lavoro aggiuntivo con una retribuzione certamente inadeguata ed una tassazione davvero insostenibile.”
Proposte di Ancodis per un trattamento equo
Ancodis propone:
- Un congruo incremento dell’importo orario nel prossimo CCNL.
- L’introduzione di un’imposta sostitutiva del 15% sui compensi erogati per le prestazioni aggiuntive, similmente a quanto fatto con il “Decreto Liste di attesa” per il personale sanitario.
- La sottrazione di questi compensi dal reddito annuale complessivo per evitare la pesante riduzione dello stipendio nel mese di febbraio a causa del conguaglio fiscale, che attualmente non permette la rateizzazione.
L’obiettivo, secondo Cicero, è quello di riconoscere il giusto valore economico al lavoro straordinario nella scuola, essenziale per migliorare l’offerta formativa, e di renderlo economicamente più conveniente per incentivare il personale a svolgerlo. Cicero avverte nel suo comunicato: “In caso contrario, ci troviamo di fronte a uno Stato che sembra voler indurre un docente o un non docente a lavorare solo secondo i propri obblighi contrattuali, per non vedere nel cedolino di agosto o di settembre la retribuzione pesantemente erosa dalle ritenute fiscali e per non rischiare successivamente l’intollerabile batosta del conguaglio fiscale. Chi svolge lavoro straordinario per la sua comunità scolastica non può essere penalizzato tre volte: nella retribuzione (bassa), nella tassazione fiscale (alta) e nel conguaglio fiscale di febbraio (riduzione significativa della mensilità).”
Ancodis