A proposito del numero chiuso e della riforma dell’accesso programmato a Medicina, l’Unione degli Universitari (UDU) si è espressa negativamente sui disegni di legge durante l’audizione in Commissione Cultura. Le maggiori critiche sono state rivolte alla proposta ispirata al modello francese.
Numero chiuso Medicina: le posizioni UDU
Sono diversi i disegni di legge presentati in audizione al Senato per superare il test d’ingresso a crocette per l’accesso a Medicina. A tal proposito l’UDU, l’Unione degli Universitari, si è detta a favore del superamento dell’attuale modello. “Come UDU, condividiamo l’intento di superare un modello di accesso che si è dimostrato fallimentare”. Ha dichiarato il rappresentante del sindacato studentesco Federico Amalfa. “È infatti evidente la necessità di rivedere urgentemente le modalità di accesso ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria”.
Una posizione supportata dalle gravi carenze emerse non solo durante i TOLC che hanno portato all’annullamento delle graduatorie, ma anche durante il test unico nazionale usato fino al 2022 che vedeva spesso la presenza di domande poco chiare o errate. Ma non finisce qua, perché l’UDU vorrebbe anche rivedere il sistema di accesso a Scienze della Formazione Primaria, Architettura e Professioni Sanitarie “che non solo risulta superfluo, ma anche dannoso”.
Le critiche al modello francese
A proposito della possibile introduzione di un modello d’accesso simile a quello francese Amalfa si è così espresso: “La riforma proposta vuole adottare un sistema simile a quello francese che però non risolve i problemi esistenti. Al contrario, peggiora l’attuale situazione, dominata da una logica di competizione eccessiva e dannosa”.
E ancora: “Questo nuovo sistema potrebbe causare un grande stress agli studenti, incidendo negativamente sulla loro salute mentale […] Crediamo anche che il possibile semestre comune con altri corsi danneggerebbe non solo gli studenti di Medicina e Veterinaria, ma anche quelli di Biotecnologie Mediche e Scienze Motorie, creando grossi problemi organizzativi agli atenei e al percorso formativo degli studenti”. Secondo l’UDU, quindi, le proposte di riforma avanzate non solo non colmerebbero le attuali lacune, ma andrebbero anche a causare delle ulteriori complicazioni nel sistema di accesso all’istruzione universitaria.