Dopo il via libera da parte della Commissione del Senato al disegno di legge delega per la riforma del numero chiuso, nella comunità accademica si sono delineate opinioni contrastanti a proposito del nuovo test di Medicina che potrebbe prendere piede già a partire dal 2025 (anche se al momento non si esclude che la riforma possa slittare al 2026).
Test Medicina 2025: i possibili problemi della riforma
Sebbene sia stata definita come una svolta epocale, la riforma del numero chiuso a Medicina con l’introduzione di un semestre-filtro e il successivo accesso regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta, non è stata accolta positivamente da tutti. All’interno della comunità accademica si sono infatti delineate posizioni contrastanti.
Secondo l’Associazione Nazionale Docenti Universitari (ANDU) il nuovo meccanismo di selezione andrà di fatto a peggiorare il numero chiuso. Nel suo comunicato stampa l’ANDU sottolinea come la riforma non vada propriamente ad abolire il numero chiuso, ma lo sposti da prima dell’ingresso alla fine del primo semestre. In particolare, l’Associazione ha individuato una serie di criticità.
- Gli studenti degli ultimi anni delle superiori si distrarranno dagli studi per dedicarsi alle iniziative di orientamento promosse dalla riforma.
- Gli iscritti al primo semestre saranno impegnati in una competizione selvaggia.
- L’ingresso massiccio di così tanti studenti al primo semestre intaserà gli atenei, che non sono preparati né per strutture né per personale.
- Possibili favoritismi fra gli studenti.
Altre criticità
Un altro problema potrebbe riguardare l’omogeneità delle valutazioni. Ogni ateneo, infatti, ha una propria modalità di correzione, una scala di giudizio ed un approccio alla didattica che differiscono da quelli delle altre sedi. Per superare il problema si potrebbero adottare delle linee guida comuni per la valutazione degli esami e formare i docenti su criteri standardizzati oppure si potrebbe introdurre un esame centralizzato al termine del semestre, da usare come elemento comparativo. Tuttavia, ciò non andrebbe a garantire del tutto l’eliminazione delle differenze.
Le associazioni di categoria Giovani Medici per l’Italia (Gmi), Anaao Giovani e Associazione Liberi Specializzandi sottolineano inoltre che a lungo andare con il nuovo meccanismo di selezione si avranno decine di migliaia di medici in esubero (molte di più di quanti saranno i medici ad andare in pensione), con gravi conseguenze su precarietà e qualità delle prestazioni. Inoltre, tutto ciò andrà a favorire fenomeni come il burnout. Un altro timore è che si inneschi “la corsa all’ateneo più indulgente” e che le università potrebbero così decidere di abbassare l’asticella per ottenere più iscritti. Dello stesso avviso sarebbe anche la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), preoccupata per la qualità della formazione, che rischia di essere compromessa dall’eccessivo numero di iscritti.