L’anno prossimo ci saranno 196.000 posti di personale ATA, 65.000 in meno rispetto a vent’anni fa. Ci si chiede se la riduzione di un quinto del personale è giustificabile, dato che il calo di scuole e alunni è compensato dall’aumento dei carichi di lavoro. Come mostrano le tabelle, per l’anno scolastico 2024/25, gli organici del personale ATA rimarranno pressoché invariati rispetto all’anno corrente. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato, attraverso il decreto n. 107 del 31 maggio 2024, che i posti complessivi per i vari profili professionali, esclusi i Dsga, saranno 196.495. Possiamo davvero essere soddisfatti di questi numeri?
Organici personale ATA: i numeri deludenti
Purtroppo, la risposta è negativa. Rispetto a vent’anni fa, e persino rispetto a dieci anni fa, la diminuzione del personale ATA nelle scuole pubbliche italiane è stata significativa. Nel 2004, il personale ATA contava 261.466 unità, circa 65.000 in più rispetto ad oggi. Nell’anno scolastico 2014/2015, il numero era sceso a 205.554.
Il carico di lavoro aumenta
Come spiega Marcello Pacifico (Anief), ‘é vero che il numero delle scuole autonome è diminuito a causa dei vari dimensionamenti e che anche il numero degli alunni è calato per il continuo declino demografico italiano. Tuttavia, con l’implementazione dell’autonomia scolastica, la centralizzazione dei compiti nelle segreterie scolastiche, la riduzione del personale negli uffici scolastici e i numerosi progetti PNRR gestiti direttamente dalle scuole, il carico di lavoro per il personale ATA è cresciuto notevolmente’. Quindi, “come si può giustificare la scomparsa di un posto di lavoro su cinque nelle nostre scuole?”