Ancora nulla di fatto sull’organico aggiuntivo ATA ad un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico. Al decreto Omnibus era stato presentato un emendamento che ne prevedeva la proroga fino al 2026 ma, nonostante fosse risultato ammissibile, non ha poi ottenuto voto favorevole in Parlamento. E così le scuole annaspano nella speranza che il Governo ci ripensi e provveda col prossimo primo provvedimento legislativo utile che si prospetta all’orizzonte. La necessità di questo organico sta infatti ormai diventando una vera e propria urgenza.
Organico aggiuntivo ATA: la necessità è diventata urgenza
La presenza di un organico aggiuntivo ATA si sta rivelando di fondamentale importanza. Predisporre infatti maggiori unità di collaboratori scolastici e assistenti amministrativi serve non solo ai fini della gestione della mole di lavoro che attanaglia gli istituti scolastici, ma è reso ancor più necessario dai progetti PNRR e Agenda Sud.
Ripercorrendo le tappe che hanno bistrattato negli anni il personale ATA possiamo partire dal 2008, quando questo organico è stato ridotto del 25% dalla riforma Gelmini (legge 133/2008) e bloccato per le assunzioni alla sola copertura annuale del 30% dei posti vacanti. Dopodichè, ai tempi della pandemia, è stato autorizzato dal Ministro Lucia Azzolina un organico Covid (2020/2021) di 80 mila unità (la metà di personale docente) ridotto nel 2021/2022 a 40 mila unità, salvo poi scomparire l’anno successivo nel 2022/2023 durante la gestione del Ministro Patrizio Bianchi. Grazie poi al Ministro Giuseppe Valditara, nell’anno scolastico appena trascorso, è stato individuato un nuovo organico Pnrr e Agenda Sud (2023/2024) pari a 9 mila unità dal novembre 2023, e ridotto a 7.500 da gennaio 2024 per la cessione delle spese degli assistenti ai bilanci delle scuole.
E per l’a.s 2024/25 tutto tace. I prossimi provvedimenti in cui si potrebbe prendere in considerazione la predisposizione di una proroga sono il Decreto Salva Infrazioni (D.L del 16 settembre 2024, n. 131) e la prossima legge di bilancio. La speranza viene quindi riposta nei prossimi mesi prima della fine del 2024.