Intorno alla proroga dell’organico aggiuntivo ATA PNRR e Agenda Sud continuano ad aleggiare incertezze. L’appello degli interessati è nel senso di portare i contratti al 30 giugno 2024. Si attendono al riguardo chiare delucidazioni da parte del Ministero. Vediamo intanto cosa sappiamo ad oggi.

Organico aggiuntivo ATA: a che punto siamo con la proroga?

L’unico recente riferimento normativo riguardante l’organico aggiuntivo ATA lo troviamo nel Decreto PNRR approvato in Consiglio dei Ministri. Qui si apprende che la stipula di nuovi contratti entro il 31 marzo 2024, in caso di rinuncia da parte di coloro che hanno lavorato fino al 31 dicembre 2023, riguarda gli assistenti amministrativi e tecnici. Entro il 1° aprile il MIM effettua un monitoraggio dei contratti stipulati ed entro il 15 aprile comunica al Mef i dati finanziari.

Il Ministero, a seguito dell’incontro di tavolo tecnico del 5 marzo 2024, ha poi ulteriormente specificato che i contratti dei collaboratori scolastici e degli assistenti amministrativi e tecnici PNRR e Agenda sud seguono due canali di finanziamento diversi: mentre per i primi è stata trovata una copertura nel bilancio dell’amministrazione fino al 15 aprile 2024, per i secondi la legge di bilancio fino ad oggi ha individuato una copertura di bilancio a valere sulle risorse del PNRR e in particolare sulla quota relativa alle spese di gestione corrispondente al limite del 10%.

L’appello del Comitato per la proroga dei contratti PNRR e Agenda Sud

Apprendiamo che il Comitato per la proroga dei contratti PNRR e Agenda Sud ha lanciato un appello in favore della proroga dei contratti del personale ATA interessato, ovvero i collaboratori scolastici, che riportiamo di seguito:

Il 31 dicembre 2023 verrà ricordato come uno tra i giorni di fine anno peggiori per il mondo della scuola. Infatti, a causa di pastoie burocratiche e di mancate coperture finanziarie, è stata negata la proroga a migliaia di assistenti amministrativi e tecnici che, nei fatti, si son trovati senza lavoro il 2 gennaio 2024. E ad oggi nulla è dato sapere sulle loro sorti. Ma vi è di più.

Come se non bastasse, anche per i collaboratori scolastici, che con la loro preziosa opera stanno a tutt’oggi supportando le attività del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza degli istituti scolastici, sta per abbattersi la scure del licenziamento.

Non va sottaciuto che alla promessa proroga dei contratti sono legate da un lato le speranze di un lavoro dignitoso per migliaia di persone e dall’altro la possibilità, per gli stessi lavoratori della scuola, di incrementare il punteggio di servizio per ambire con maggiori celerità all’ingresso nella “cosiddetta prima fascia 24 mesi”, anticamera di un posto di lavoro a tempo indeterminato. Parliamo di famiglie e di individui che, con sacrifici, dedizione e spirito di servizio, hanno prestato la propria opera al mondo della scuola.

Senza contare il fatto che in molti si sono trasferiti all’infuori della propria regione di residenza affrontando spese di affitto e di viaggio, lasciando le proprie famiglie a centinaia di chilometri di distanza, talvolta anche senza ricevere lo stipendio per mesi (altra anomalia tutta italiana nella quale è proprio lo Stato a non pagare regolarmente i propri dipendenti, ma tant’è!!). Una mancata proroga al 30 giugno 2024, significherebbe rendere vani questi sacrifici.”

Il Comitato ha poi concluso: “In un momento economico così difficile i collaboratori scolastici hanno investito sulla credibilità delle istituzioni e meriterebbero, quanto meno, una risposta chiara sulle intenzioni del governo, perché il 15 aprile è dietro l’angolo“.