Entro il mese di novembre, ogni consiglio di classe dovrebbe stilare un PDP per gli alunni BES. Come sappiamo, con questa dicitura si indicano non solo gli alunni DSA a cui un’equipe sanitaria ha rilasciato una certificazione, ma anche gli studenti che presentano un disturbo comportamentale-relazionale o legato al contesto socio-familiare. Cosa fare, però, nei casi in cui i genitori non accettano il piano didattico personalizzato proposto dalla scuola? Come si deve procedere?
Alcuni riferimenti normativi sul PDP
Può succedere che in classe vi sia un alunno con difficoltà in vari ambiti, ma che nonostante le segnalazioni dei docenti, la famiglia non voglia né sottoporre il figlio a controlli medici specifici, né accettare un PDP perché ritenuto etichettante. Precisiamo però subito che in caso di DSA la scuola è obbligata a stilare un Piano e se la famiglia non è d’accordo sui contenuti se ne discute.
In assenza di certificazione, la scuola deve definire degli interventi di recupero in caso di valutazione negativa degli apprendimenti, come indicato dal DL 62/17 art. 3 c. 2: «Nel caso in cui le valutazioni periodiche o finali delle alunne e degli alunni indichino livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione, l’istituzione scolastica, nell’ambito dell’autonomia didattica e organizzativa, attiva specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento». Questo principio è ripreso anche nelle Linee Guida sulle nuove modalità di valutazione nella scuola Primaria, allegate alla OM 172/20, pag. 5.
Con un rifiuto esplicito da parte della famiglia il Piano didattico personalizzato non si può applicare. Nella CM n. 8 del 2013, infatti, si legge: «È necessario che l’attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di classe – ovvero, nelle scuole primarie, da tutti i componenti del team docenti – dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia».
La scuola ha altre possibilità
Tuttavia, la scuola ha però tante altre possibilità per intervenire in modo informale e anche l’applicazione di misure dispensative e strumenti compensativi rientra in una personalizzazione assolutamente “normale”, che gli insegnanti possono applicare liberamente all’interno della loro progettazione educativa, senza la formalizzazione di un pDP.