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Nell’ambito della Riforma pensioni 2025, il Governo sembrerebbe al momento essere intenzionato a prorogare l’Ape sociale e Opzione donna per un altro anno dopo la scadenza del 31 dicembre 2024. Resta ancora incerto che cosa accadrà con la naturale conclusione di Quota 103. Quali sono tutte le ipotesi in gioco?

Pensioni 2025: Ape sociale e Opzione donna verso la proroga

In vista della naturale scadenza dell’Ape sociale e di Opzione donna, prevista per il 31 dicembre 2024, il Governo sembrerebbe ad oggi voler prorogare entrambe le misure per un altro anno. In questo modo, grazie all’Ape sociale, i lavoratori svantaggiati potrebbero continuare ad accedere alla pensione in anticipo a 63 anni e 5 mesi di età e con almeno 30 anni di contributi versati. 36 anni nel caso di lavori usuranti. Nonostante infatti ci sia stato un calo delle richieste nel corso di quest’anno, è altamente probabile che la misura venga riconfermata anche nel 2025 nella forma attuale.

Allo stesso modo, nel primo trimestre del 2024 sarebbero crollate anche le uscite con Opzione donna, a causa dei requisiti ancora più stringenti rispetto agli anni precedenti. Per poter accedere alla misura attualmente è infatti necessario avere almeno 35 anni di contributi versati e 61 anni di età. Con uno sconto di uno o due anni nel caso in cui si abbiano rispettivamente uno o più figli. Nonostante ciò, anche il meccanismo di uscita anticipata riservata alle lavoratrici dovrebbe venire prorogato all’interno della prossima manovra finanziaria.

Cosa succederà dopo Quota 103

Per quanto riguarda invece Quota 103, è probabile che l’Esecutivo decida a fine anno di sostituirla. Tra le proposte in gioco per rimpiazzarla c’è il cavallo di battaglia della Lega. Vale a dire Quota 41 senza limiti anagrafici, in cambio del calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro. Questa soluzione, sebbene sostenibile nel lungo raggio, causerebbe qualche difficoltà alle casse dello Stato nel breve periodo.

Nel frattempo si starebbe discutendo anche a proposito dell’introduzione di una serie di incentivi per chi resta a lavoro anche dopo il raggiungimento dei requisiti di Quota 103, nel caso di una riconferma. Si tratterebbe di fatto di una sorta di rivisitazione del vecchio bonus Maroni. Potrebbe inoltre arrivare anche un intervento sul fronte della previdenza complementare, come proposto dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega), che renderebbe obbligatorio il versamento di una parte del Tfr ai fondi pensione. Così da far crescere l’assegno futuro. Infine, con l’inflazione acquisita per il 2024 prevista per l’1%, non si esclude che possano arrivare anche delle nuove strette sugli assegni pensionistici più alti. Il risparmio, però, sarebbe sempre piuttosto ridotto.