pensioni 2025
2025

Nella seduta dello scorso 28 dicembre, il Senato ha approvato in via definitiva la Legge di Bilancio 2025, il cui testo aveva già ricevuto il nulla osta dalla Camera venerdì 20 dicembre. Come anticipato, il cuore pulsante della Manovra finanziaria è legato a tasse, stipendi, bonus, misure per la famiglia e ovviamente pensioni.

Pensioni 2025: cosa prevede la nuova Legge di Bilancio

Con la nuova Manovra finanziaria sono state prorogate le misure per l’uscita anticipata in vigore nel 2024, nella versione quindi caratterizzata da requisiti più rigidi. In particolare, anche nel 2025 si potrà accedere a:

  • Quota 103: la misura di anticipo pensionistico che permette l’uscita dal mondo del lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi versati, in cambio del calcolo dell’assegno con il sistema contributivo puro. Possono richiederla i lavoratori autonomi e dipendenti, sia pubblici che privati. Non possono invece accedervi i lavoratori delle forze armate, il personale delle forze di polizia e di polizia penitenziaria, il personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e il personale della guardia di finanza;
  • Opzione donna: riservata alle lavoratrici che hanno maturato 61 anni di età e 35 anni di contributi, facenti parte di alcune categorie ben precise, vale a dire caregiver, invalide civili ad almeno il 74%, disoccupate e impiegate in aziende in crisi. È previsto uno sconto di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni. Si ricorda che questa misura prevede il calcolo dell’assegno interamente con il sistema contributivo;
  • Ape sociale: può essere richiesta da alcune categorie di lavoratori vulnerabili, purché abbiano raggiunto 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi (36 per gli addetti ai lavori gravosi e 32 per gli operai edili ed i ceramisti).

Le novità

Per quanto riguarda invece le novità vere e proprie della Manovra, vi è l’innalzamento della soglia di vecchiaia per i dipendenti pubblici, che passa da 65 a 67 anni. Per questa categoria di lavoratori decade inoltre il pensionamento obbligatorio nel momento in cui si raggiungono i requisiti per la pensione anticipata e vi è la possibilità, per chi lo desidera, di rimanere in servizio fino ai 70 anni.

In secondo luogo, viene rafforzato il cosiddetto Bonus Maroni. Chi rimanda il momento di andare in pensione riceverà un incentivo in busta paga più alto e senza tasse aggiuntive. Nel 2025 le madri lavoratrici con almeno 4 figli potranno invece anticipare di 16 mesi l’uscita dal mondo del lavoro rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia. Le donne che non vogliono godere dell’anticipo potranno richiedere l’applicazione di un coefficiente di trasformazione più favorevole.

Previdenza complementare ed assegni minimi

Un’altra importante novità riguarda la previdenza complementare. Per chi non ha versato contributi prima del 31 dicembre 1995 (i contributivi puri), ci sarà la possibilità di contare anche il valore di una o più rendite della previdenza complementare per raggiungere gli importi soglia necessari a:

  1. pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi): almeno 1 volta l’importo dell’assegno sociale;
  2. pensione anticipata (64 anni di età): almeno 3 volte l’importo dell’assegno sociale. In questo caso, il requisito contributivo salirà a 25 anni (e poi a 30 anni dal 2030), anziché 20.

Infine, tornano i vecchi criteri di perequazione delle pensioni, con un aumento straordinario degli assegni minimi per il biennio 2025-2026.