tagli pensioni 2025
Tasche vuote

Il Ministero del Lavoro ha comunicato i nuovi coefficienti di trasformazione per il calcolo delle pensioni per coloro che lasceranno il servizio durante il biennio 2025/2026. Si prospetta una riduzione compresa tra l’1,55% ed il 2,18% rispetto ai valori attuali. Vediamo quindi nel concreto di quanto si abbasseranno gli assegni pensionistici a parità di età.

Pensioni più basse nel 2025 per effetto dei nuovi coefficienti di trasformazione

Con il decreto n. 436/2024, il Ministero del Lavoro ha rivisto al ribasso i coefficienti di trasformazione dei montanti contributivi per i lavoratori che andranno in pensione nel regime pubblico obbligatorio dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026. Non ci saranno cambiamenti quindi per coloro che vanno in pensione con il calcolo retributivo dell’assegno (valido per chi ha versato i contributi entro il 31 dicembre 1995), ma solo per chi rientra nel calcolo contributivo dove l’importo della pensione si calcola tenendo in considerazione tutti i contributi versati, che sono poi rivalutati in base alla crescita dell’economia e trasformati in pensione attraverso un apposito coefficiente legato all’età anagrafica (quando i coefficienti sono più alti si traducono in un montante contributivo e, quindi, in una pensione superiori, quanto maggiore è l’età del lavoratore).

I coefficienti sono calcolati per legge a decorrere dal 57° anno sino al 71° anno. Come anticipato, il prossimo anno la riduzione sarà compresa tra l’1,55% in corrispondenza del 57° anno ed il 2,18% in corrispondenza del 71° anno di età rispetto agli attuali valori. Ciò significa che un montante contributivo di 300 mila euro che al 31.12.2024 vale in pensione 17.169 euro all’età di 67 anni, dal 1° gennaio 2025 si riduce di 345 euro annui, in corrispondenza della medesima età anagrafica.

Le tabelle

Come abbiamo detto, i coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione nel biennio 2025/2026 saranno meno vantaggiosi:

  • età 57 anni > divisori 23,789 > valori 4,204%;
  • 58 anni > 23,213 > 4,308%;
  • 59 anni > 22,631 > 4,419%;
  • 60 anni > 22,044 > 4,536%;
  • 61 anni > 21,453 > 4,661%;
  • 62 anni > 20,857 > 4,795%;
  • 63 anni > 20,258 > 4,936%;
  • 64 anni > 19,656 > 5,088%
  • 65 anni > 19,049 > 5,250%;
  • 66 anni > 18,441 > 5,423%;
  • 67 anni > 17,831 > 5,608%;
  • 68 anni > 17,218 > 5,808%;
  • 69 anni > 16,600 > 6,024%;
  • 70 anni > 15,980 > 6,258%;
  • 71 anni > 15,360 > 6,510%.

Quindi, facendo un esempio, un lavoratore che guadagnando in media 40.000 euro l’anno per 30 anni ha accumulato un montante contributivo di 422.446,90 euro se andrà in pensione a 57 anni riceverà un trattamento annuo lordo pari a 17.759,67 euro; a 58 anni di 18.199,01 euro, a 59 anni di 18.667,93, fino ad arrivare a 71 anni con una pensione lorda annua pari a 27.501,29.