Una delle ultime novità in tema pensioni è la possibilità di rimanere in servizio fino a 70 per i dipendenti pubblici. Il Senatore Paolo Zangrillo ha infatti firmato le indicazioni applicative per il trattenimento in servizio del personale, dirigenziale e non, “di cui si renda necessario continuare ad avvalersi anche per far fronte ad attività di tutoraggio e di affiancamento ai nuovi assunti e per esigenze funzionali non diversamente assolvibili”.
Pensioni: Zangrillo firma per rimanere a lavoro fino a 70 anni
Il Ministro Zangrillo ha firmato la circolare con le indicazioni applicative per il mantenimento in servizio del personale della pubblica amministrazione. Il documento prevede che il ricorso all’istituto possa essere applicato “non oltre il compimento del settantesimo anno di età e nel limite massimo del 10 per cento delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente”. Ad ogni modo, è bene ricordare che la misura è su base volontaria ed è vincolata al consenso dell’interessato.
Tuttavia, il problema secondo il sindacato Anief sarebbe che né il Governo né il Ministero per la Pubblica Amministrazione farebbero in alcun modo riferimento alla necessità di molti dipendenti pubblici, fra cui docenti e ATA, di lasciare il servizio tra i 59 e i 60 anni.
La posizione Anief
“Il problema è che il Governo agisce sulla possibilità di rimanere in servizio e non su quella di andare via prima dei 67 anni previsti dalla legge Monti Fornero”. Ha dichiarato il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico. “Sull’anticipo pensionistico nella scuola c’è infatti un silenzio assordante. Anche perché chi gestisce il personale del pubblico impiego sembra non volere tenere conto degli studi specifici che confermano tutto il malessere dei dipendenti statali”.
Una condanna, sempre secondo Pacifico, in particolare per docenti e ATA. Una categoria di lavoratori su cui gravano il mancato riconoscimento economico, l’eccessivo carico burocratico, le classi sovraffollate e le difficoltà nelle relazioni professionali. “Chi governa l’Italia sembra che faccia finta di non sapere che i lavoratori della scuola non possono lavorare dopo i 60 anni”. Ha aggiunto il sindacalista. “È sempre più evidente che per i docenti italiani va introdotto un anticipo pensionistico importante rispetto alla pensione di vecchiaia iniziando anche a dare la possibilità di fare valere gli anni di formazione universitaria tramite la formula del riscatto gratuito”. Ha ribadito Pacifico.
“La verità è che nella scuola abbiamo più di 235 mila lavoratori con oltre 60 anni di età. Il gap generazionale è tra più alti a livello mondiale e sta diventando sempre maggiore […]. Per questo noi chiediamo di farli uscire subito dopo avere compiuto 60 anni, con il massimo dei contributi, come avviene normalmente per il personale delle forze armate e di polizia. E chiediamo pure il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria, come si fa per gli ufficiali dell’esercito”.
Ha concluso il presidente Anief domandandosi perché, anziché favorire i lavoratori della scuola con misure per l’uscita anticipata, si vanno a ridurre le possibilità per andare prima in pensione. Per questo motivo Anief si è fatto promotore anche di una petizione online per chiedere il pensionamento del personale scolastico a 60 anni con riscatto gratuito della laurea. Petizione che in soli due mesi ha raccolto 93 mila adesioni.