Ogni qualvolta il personale scolastico viene chiamato ad esprimere il proprio voto elettorale, come avvenuto qualche giorno fa con le elezioni europee 2024, è sempre interessante verificare la risposta del mondo della scuola di fronte alle varie problematiche (spesso tramandate di governo in governo) che restano tutt’ora senza soluzione. Il movimento Scuola, Lavoro e Libertà, in una nota informativa, ha fatto il punto della situazione, prendendo come spunto i dati riportati da Il Sole 24 Ore.
Ultime elezioni europee, la risposta della Scuola alla politica
Il quotidiano economico, in un articolo pubblicato l’11 giugno scorso, all’indomani delle elezioni europee, ha sottolineato due elementi di particolare rilievo: il primo è rappresentato dall’alto livello di astensionismo, se si pensa che, per la prima volta volta nella storia, è andato a votare meno del cinquanta per cento della popolazione italiana. Il secondo elemento, come riporta Scuola, Lavoro e Libertà, è rappresentato dai dati relativi ai voti assoluti.
Il centrodestra ha perso complessivamente 1 milione e 200 mila voti, i dem, invece, hanno aumentato le loro preferenze ma, come numero assoluto, sono intorno ai minimi storici, restando sotto la soglia dei 6 milioni. C’era molta attesa di vedere quanti voti avrebbero potuto prendere i partiti che, attualmente, sono all’interno della maggioranza, quei partiti che, in questi ultimi due anni, avrebbero dovuto dimostrare, specialmente al mondo della scuola, che quella sarebbe stata la scelta giusta.
Scuola, Lavoro e Libertà ha riportato i dati: Fratelli d’Italia ha perso 600 mila voti, Forza Italia e Noi Moderati insieme hanno perso poco meno di 300 mila voti, la Lega che, attualmente, ha un proprio rappresentante alla guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ben 350 mila in meno.
Le domande che si pongono i docenti
‘Avranno influito sull’esito del voto le aspettative disattese dei docenti che avevano creduto a slogan scritti a caratteri cubitali prima delle elezioni 2022, come “No al concorsone, sì alla stabilizzazione, basta precarizzare la scuola‘?
Si può ancora avere fiducia, si chiede Scuola, Lavoro e Libertà nel comunicato diffuso nelle ultime ore, in questo governo che, in un momento particolarmente delicato sul piano economico, chiede ai docenti ingentissimi investimenti sulla formazione, costringendoli, in buona sostanza, a scegliere se pagare l’affitto della propria abitazione o continuare a lavorare.
Saranno state determinanti per i risultati elettorali le ultime decisioni prese dal Ministero dell’Istruzione e del Merito che, associate con le azioni del Ministero dell’Università e dei sindacati (non ci interessa il giochetto dello scaricabarile), stanno costringendo centinaia di migliaia di docenti precari, a cui si impedisce di abilitarsi, a cambiare lavoro (se mai ne troveranno un altro) perché saranno scavalcati nelle graduatorie GPS di prima fascia da altrettanti neoabilitati nella loro classe di concorso, provenienti da altre discipline o dalla specializzazione su sostegno?