Nell’attesa di sapere come sarà strutturato l’accesso a Medicina quest’anno, la discussione sulla riforma del numero chiuso prosegue e l’ANDU (Associazione Nazionale Docenti Universitari) ha dato il suo contributo alla Commissione Cultura della Camera spiegando perché a suo avviso non andrebbe introdotto il modello simil francese.
Perché la PdL sul numero chiuso non andrebbe approvata
Secondo quanto espresso dall’ANDU, con l’introduzione del semestre filtro a Medicina:
- si costringerebbero gli studenti degli ultimi anni delle scuole secondarie ad impegnarsi in percorsi di formazione e di orientamento che li distrarrebbero dagli studi scolastici, inducendoli anche a spendere soldi per un ‘sostegno’;
- si farebbero perdere a circa l’80% degli iscritti al primo semestre mesi preziosi, obbligandoli ad una competizione selvaggia inutile;
- si renderebbe localistica la selezione, con il rischio di arbitrii e favoritismi ed un aumento dei ricorsi;
- si potenzierebbe il fenomeno della corsa all’iscrizione alle università private;
- l’ingresso massiccio di iscritti intaserebbe le università;
- si continuerebbe a pretendere di potere prevedere 10-11 anni prima quanti medici sarebbero necessari al SSN;
- si continuerebbe a credere che si possa ‘intercettare’ con test o altre modalità selettive la propensione di un diciottenne a diventare medico.
L’alternativa ANDU
Ormai da diversi anni l’ANDU propone di superare gradualmente il numero chiuso a Medicina attraverso l’approvazione di un piano che preveda l’aumento progressivo degli ingressi al primo anno, adeguando le strutture e il personale e sostituendo nel frattempo ogni sistema di selezione che potrebbe rivelarsi dannoso per gli studenti, l’università e il SSN con il sorteggio. Un metodo semplice, immediato, non costoso e inattaccabile dai ricorsi.