Percorsi abilitanti
Percorsi abilitanti

I percorsi abilitanti rivolti ai docenti della scuola secondaria continuano a destare perplessità, sia per i ritardi sulla loro partenza, sia per i costi che gravano sui precari che li devono seguire. In particolare regna malcontento tra i possessori dei 24 cfu, costretti a incrementare i crediti formativi per potersi abilitare. Ma se da un lato è previsto uno sconto sui corsi da 60 cfu (facendosi riconoscere i 24 già posseduti e dovendo completare solo con i rimanenti 36 cfu), nessuna riduzione di prezzo è invece concessa per questo tipo di percorsi: i costi possono quindi arrivare fino a 2.500 euro pur non svolgendo per intero i 60 cfu.

Percorsi abilitanti: differenze di costo tra 24 e 60 cfu

L’acquisizione dei 24 CFU era possibile fino al 31 ottobre 2022. Fino al 31 dicembre 2024, termine fissato per la chiusura della fase transitoria, chi ne è in possesso potrà farli valere come titolo di accesso ai concorsi. Dopodichè, a partire dal 1° gennaio 2025, per poter essere abilitati serviranno obbligatoriamente 60 cfu.

Ma dal punto di vista economico quali differenze si possono riscontrare? Il Decreto Ministeriale 616/2017 aveva fissato un limite di spesa di 500 euro per i percorsi da 24 CFU. Al contrario, i percorsi abilitanti da 60 CFU hanno un costo massimo di 2.500 euro, così come previsto dal DPCM del 4 agosto 2023. Un divario di non poco quindi.

Oggi quindi chi ha i 24 cfu non sarà tenuto a seguire per intero i percorsi da 60 cfu; la normativa permette, infatti, il riconoscimento dei crediti formativi universitari o accademici acquisiti secondo l’ordinamento precedente, a condizione che includano almeno 10 CFU/CFA dedicati a tirocinio diretto. La frequenza dei soli 36 cfu mancanti non comporta però sconti in termini economici: le università richiedono infatti un costo che può arrivare a 2.500 euro sulla base di quanto stabilisce il DPCM del 4 agosto 2023.